Nel nostro Paese le donne rappresentano il 52% della popolazione sopra i 14 anni, ma soltanto il 45% del totale dei volontari delle organizzazioni di volontariato italiane. Questo è quanto emerge da un approfondimento della Fondazione Volontariato e Partecipazione che ha esaminato i dati forniti dall’Indagine Istat sugli Aspetti della Vita Quotidiana. Analizzando soltanto le organizzazioni di volontariato, il tasso di partecipazione femminile è pari al 2,9% (circa 3 donne su 100), contro il 3,9% degli uomini.
Come spiega Alessandro Bianchini, presidente della Fondazione Volontariato e Partecipazione: «le donne risultano strutturalmente svantaggiate rispetto agli uomini perché meno rappresentate negli ambienti organizzativi e più gravate da incombenze e responsabilità. Ma quando possono e decidono di aderire a un’organizzazione di volontariato, le donne dedicano ad essa un livello di impegno superiore a quello degli uomini. E’ un indizio consistente di un interesse particolarmente vivo».
L’analisi evidenzia che se da un lato le donne in genere hanno una minor propensione ad associarsi alle organizzazioni di volontariato, dall’altro quelle che fanno questa scelta mostrano livelli di impegno, misurati in termini di ore settimanali dedicate a tali attività, superiori a quelli dei volontari maschi, con una media 18,5 ore contro 15,4 dei secondi. L’attività di volontariato presume una certa disponibilità di tempo, per tale motivo è necessario, come sottolinea la relazione, confrontare il tempo a parità di ore che uomini e donne dedicano settimanalmente al lavoro e alla famiglia.
Ciò in ragione del fatto che gli uomini occupati lavorano in media per più ore rispetto alle donne, ma il bilancio tende a riequilibrarsi prendendo in analisi anche le attività domestiche, compito esclusivo delle donne. Le donne, dunque, si confermano più coinvolte nelle attività di volontariato, con un livello di impegno orario superiore in media del 18% rispetto agli uomini.
Per quanto concerne i settori di attività che più sembrerebbero richiamare i contenuti dei ruoli assegnati alle donne in ambito familiare, ossia la sanità e il sociale, non mostrano alcuna prevalenza dell’elemento femminile. Al contrario, le donne sono più numerose nelle associazioni di volontariato a sfondo religioso e politico, e inoltre in quelle che hanno un orientamento civico.
Infine, per quanto riguarda i ruoli e le posizioni di responsabilità all’interno delle organizzazioni, le donne continuano a essere penalizzate all’interno delle organizzazioni, trovandosi in posizioni di minor prestigio e contenuto professionale rispetto agli uomini che detengono lo scettro del comando.