Il governo tedesco restituisce giustizia a tutti i cittadini che nel corso della storia ha condannato per aver avuto rapporti omosessuali. La notizia è stata annunciata dal ministro della Giustizia Heiko Maas: «Lo Stato ha avuto la colpa di aver complicato la vita a tante persone con vecchie sentenze che sono ingiuste e ledono profondamente ogni condannato nella sua dignità umana».
Con questa dichiarazione ci si riferisce alle vittime del “Paragrafo 175”, inserito nel codice penale durante la Germania di Bismarck: ordinava la detenzione in caso di “atti innaturali” e la conseguente perdita di ogni diritto civile. Il nazismo esasperò la norma attraverso l’internamento nei campi di concentramento, contrassegnando gli omosessuali con un triangolo rosa. Poi le uccisioni sistematiche per un totale di 100.000 vite circa.
Terminata la seconda guerra mondiale, nella Germania dell’ovest essere gay costituiva un crimine fino al 1969. Nella Germania dell’est altrettanto, con 50.000 omosessuali portati in prigione. Dopo il crollo del Muro di Berlino, bisognò attendere 5 anni perché tale legge perdesse la sua validità. Accadde infatti solo nel 1994.
Oggi, dopo un secolo di persecuzioni, arriva una decisione importante che non solo condanna ogni discriminazione sulla base dei gusti sessuali, ma risarcisce chi tali discriminazioni ha dovuto pagarle con la vita.
Se è vero infatti che nel 2002 il governo tedesco aveva effettivamente intenzione di pronunciarsi in merito alle sentenze del nazismo, lo è altrettanto che dimenticò i condannati dopo la seconda guerra mondiale. Una disparità di trattamento di questo genere ha indotto a tornare sull’argomento ribadendo la centralità dei diritti civili e andando anche oltre prevedendo un risarcimento.
Ricordiamo che la Germania ha riconosciuto il diritto alle unioni civili tra persone dello stesso sesso nel 2001. Le coppie omosessuali godono degli stessi diritti delle coppie eterosessuali, inclusa adozione, status giuridico ed eguaglianza fiscale.