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La miglior insegnante al mondo è la palestinese Hanan al-Hroub

Un’insegnante palestinese di Betlemme, Hanan al-Hroub, ieri 13 marzo è stata eletta la migliore insegnante del mondo vincendo l’ambito “Global Teacher Prize 2016, ossia quello che viene definito “il premio nobel per gli insegnanti”, realizzato dalla Varkey Foundation. A dare l’annuncio è stato Papa Francesco.

Hanan al-Hroub è stata scelta tra circa 8.000 insegnanti provenienti da ogni parte del mondo per la sua toccante storia e il suo contributo singolare alla professione “focalizzato sulla non violenza, un insegnamento attraverso il gioco e il metodo di relazione con gli studenti con problemi di comportamento originati dalle violenze a cui sono soggetti a causa dell’occupazione israeliana”.

L’insegnante palestinese, originaria del campo profughi di Deisha (Betlemme), è nata in un contesto in cui la violenza era ed è tutt’ora all’ordine del giorno e per tale motivo è dovuta crescere più in fretta. Il padre dei suoi figli fu colpito dal fuoco dell’esercito mentre tornavano da scuola proprio davanti ai loro occhi. Tale evento fu così scioccante e traumatico che condizionò profondamente il comportamento, la personalità e i voti dei suoi figli. Hanan al-Hroub si ritrovò da sola ad affrontare tutto questo senza neanche essere aiutata dagli insegnanti. Così decise di inventare dei nuovi metodi di apprendimento attraverso il gioco, coinvolgendo anche i figli dei vicini.

Come racconta lei stessa: «Poco dopo aver iniziato queste attività ho riscontrato netti miglioramenti nei miei figli: cresceva la sicurezza in loro stessi e miglioravano anche i voti a scuola. Per questo decisi di cambiare il mio indirizzo di laurea e diventare un’insegnante. Le violenze cui sono soggetti i bambini palestinesi, non sono solo fisiche, molti bambini subiscono violenze psicologiche non apparenti, sono inseriti in un ambiente aggressivo, ricevendo input negativi anche dalle immagini che riportano i media: per questo mi sono focalizzata sull’approccio non violento per la risoluzione dei conflitti personali».

Non a caso la sua vittoria è stata definita da Sabri Saidam, ministro dell’Educazione dell’Autorità nazionale palestinese “un successo per la Palestina e gli insegnati palestinesi”.

Per quanto riguarda gli altri classificati c’è: Aqeela Asifi, un’insegnante che in un centro rifugiati in Pakistan insegna a ragazze afgane e pakistane; Ayub Mohamud che insegna religione in Kenya; Colin Hegarty che in una classe inglese motiva i suoi studenti all’apprendimento della matematica attraverso il web con la produzione di 1500 video presenti su YouTube; Joe Fatheree che in America si avvale della musica, dei cortometraggi e dei libri per coinvolgere gli studenti; Kazuya Takahashi che in Giappone impiega innovativi metodi per sviluppare la creatività degli allievi; Maarit Rossi che in Finlandia riesce a far apprezzare la matematica ai suoi alunni; Michael Soskil che con gli studenti della Wallenpaupack South Elementary School americana realizza progetti ambientali e solidali; Richard Johnson che in Australia ha trasformato le sue lezioni in laboratori di robotica per avvicinare i suoi allievi alle più moderne tecnologie; Robin Chaurasiya che a Kamathipura, la zona a luci rosse di Mombai, insegna alle ragazze che possono cambiare il loro destino attraverso l’istruzione.

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Redazione