Più di 100 mila alunni disabili, ossia il 43% del totale, su 233 mila quest’anno hanno cambiato docente di sostegno. Secondo il rapporto di Tuttoscuola.com ciò costituisce una delle conseguenze della mobilità delle scuole statali che complessivamente ha interessato più di 250 mila docenti, ossia uno su tre.
Nel dettaglio, a livello generale gli studenti che hanno iniziato l’anno scolastico con un insegnante nuovo sono oltre 2 milioni e mezzo, ossia il 33%. Il rapporto mette in evidenza che ad incrementare tale clima di provvisorietà che gira intorno agli insegnanti è il considerevole numero di contratti a tempo determinato: quasi 100 mila supplenti annuali, circa il 13% dei posti, tra cui 41 mila impegnati nel sostegno ai disabili.
Si tratta di un’incostanza didattica che grava in particolare sugli studenti con disabilità, dislocati quasi equamente tra Nord e Sud, che avrebbero bisogno di un rapporto maggiore con l’insegnante rispetto agli altri loro coetanei.
«Per capire gli effetti di questa girandola diabolica», si legge nel rapporto, «occorre tenere presente che i docenti di sostegno che aspirano a una supplenza sono iscritti sia in una graduatoria provinciale (per le supplenze annuali) sia in diverse graduatorie di istituto (per le supplenze brevi). Un docente nominato su supplenza d’istituto può essere chiamato altrove per supplenza annuale; il supplente che lo sostituisce può essere chiamato a sua volta per supplenza annuale in un altro istituto, e così via, in un gioco dei quattro cantoni che a volte dura due o tre mesi prima di stabilizzarsi. Ma al peggio non c’è mai fine: la ricerca del docente di sostegno supplente che avrà il posto fino alla fine dell’anno scolastico, che può durare mesi, ha sempre esito positivo? Purtroppo no: e allora, sembra un paradosso, l’alunno disabile viene affidato a un docente non specializzato, che non ha una preparazione specifica e che non ha chiesto di insegnare ad alunni disabili».