“No al bullismo”. Un messaggio chiaro e diretto quello lanciato da Amnesty International Italia che in questi giorni ha lanciato una nuova campagna di sensibilizzazione volta a contrastare un odioso fenomeno che purtroppo colpisce ogni giorno tanti, troppi, studenti.
In Italia, infatti, secondo i dati ISTAT 2015, più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subìto episodi di bullismo e circa il 20% ne è vittima più volte al mese. In un caso su 10 gli abusi si ripetono con cadenza settimanale, e il 16,9% ha subìto atti diretti (ovvero ha avuto una relazione faccia a faccia col “bullo”).
Dati preoccupanti ai quali Amnesty International ha deciso di porre un freno attraverso una campagna che resterà attiva fino al 13 novembre e alla quale è possibile contribuire attraverso un sms o una chiamata da rete fissa al 45542. I fondi raccolti saranno impiegati per formare personale dirigente, docenti e studenti, e per rendere più confortevoli gli ambienti scolastici. La campagna ha ricevuto il sostegno di RAI Responsabilità Sociale, di SKY per il Sociale e di LA7.
L’interesse di Amnesty corre parallelamente ai dati di un’altra incoraggiante indagine realizzata quest’anno da Doxa per l’organizzazione umanitaria secondo cui per gli italiani il fenomeno del bullismo rappresenta il caso più eclatante di violazione dei diritti umani.
La campagna di sensibilizzazione rientra in un più ampio programma di educazione ai diritti umani nelle scuole italiane. L’obiettivo è sensibilizzare e contrastare gli atti di bullismo, aumentare la consapevolezza di questo allarmante fenomeno per combattere ogni forma di discriminazione e violenza. «La campagna contro il bullismo», ha spiegato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, «è un progetto ambizioso a cui teniamo particolarmente. Il bullismo è un fenomeno silenzioso che coinvolge ogni anno milioni di studenti. Iniziare a diffondere una cultura dei diritti umani già nelle scuole è fondamentale per aumentare la consapevolezza dei ragazzi e riuscire a contrastare ogni forma di discriminazione e violenza, anche il bullismo. Il progetto pilota ha già fornito ottimi risultati, ma per riuscire a coinvolgere più ragazzi possibili e fermare sul nascere il bullismo nelle nostre scuole abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti».