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La nuova vita dei fari italiani, il bel progetto di recupero e valorizzazione

Suggestivi, affascinanti, punto di riferimento per marinai e navigatori, anche storicamente i fari hanno rappresentato, al di là della loro utilità, una delle prove più evidenti di come l’Italia abbia avuto una storia che proviene dal mare, da Paesi lontani, per approdare nel tempo sulle nostre coste. Tuttavia, nel corso del tempo, molti di questi gioielli hanno perso la propria funzione, sono stati progressivamente abbandonati, con il seguito di degrado dettato dai numerosi anni di inutilizzo.

Ma è arrivata una buona notizia che promette di restituire ai cari vecchi fari una vita nuova, con un progetto che prevede un partenariato pubblico-privato teso al recupero del bene e alla sua valorizzazione. Questo quanto annunciato da Roberto Raggi, direttore dell’Agenzia del Demanio, che qualche settimana fa ha presentato “Valore Paese – Fari”, un progetto che prevede la riconversione delle tante strutture presenti nei mari italiani in osservatori marini, musei, hub culturali e luogo fisico dove sarà possibile tenere corsi di interesse culturale, tra attività legate alla vita del mare, fino a corsi di cucina e fotografia. A quest’ottima idea si aggiunge la concreta opportunità di aiutare l’economia italiana a crescere, dando vita a nuovi posti di lavoro, valorizzando le risorse del territorio.

I primi fari selezionati per tornare a nuova vita vedranno la collaborazione di investitori esteri, imprese locali, società turistiche e numerose associazioni impegnate nella tutela ambientale. Tutta l’operazione si avvarrà di un investimento del valore di circa 6 milioni di euro, mentre i calcoli in termini di ricadute economiche positive stimate si aggirano intorno ai 20 milioni di euro con l’aggiunta di nuovi posti di lavoro per oltre 100 operatori. L’aspetto che però ci piace di più sottolineare, come tra l’altro ha fatto notare lo stesso Roberto Raggi, riguarda la salvaguardia e il recupero dei tanti numerosi gioielli, concentrati in larga parte nel Centro-Sud del Paese.

Ma ecco nel dettaglio la lista dei fari interessati e delle conseguenti attività che ospiteranno:

  • Il Faro di Capo Grosso, di Levanzo (Favignana) ospiterà corsi di cucina, eventi ed escursioni dedicate agli sport marittimi e allo yoga;
  • Il Faro di Capo d’Orso, a Maiori – gestito dal Wwf Oasi Soc. Unipersonale arl – sarà il luogo in cui verrà realizzato un osservatorio marino-costiero, completo di un centro visite, con la possibilità di prendere parte a percorsi natura e avrà al suo interno una bottega di sapori;
  • Il Faro di Punta Capel Rosso, situato nella parte meridionale dell’isola del Giglio, si trasformerà in un museo dinamico;
  • Il Faro di Murro di Porco, a Siracusa ospiterà un punto di ristoro, congressi, con la possibilità di alloggiare nella struttura come fosse un albergo;
  • Il Faro di Punta Cavazzi, a Ustica sarà dotato di un hub culturale, punto d’incontro per giovani ricercatori o semplici appassionati della vita di mare;
  • Il Faro di Brucoli, ad Augusta sarà dedicato all’accoglienza turistica con la possibilità di degustare i prodotti eno-gastronomici locali;
  • Il Faro di Punta Fenaio, sull’isola del Giglio, avrà luoghi di ristorazione e sarà anch’esso un luogo d’interesse turistico.

 

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Redazione