Abbiamo scritto più volte della preziosa attività del Gruppo Bilancio Sociale, l’associazione di ricerca non profit che ha per mission “sviluppo e promozione della ricerca scientifica sul Bilancio Sociale e sulle tematiche inerenti ai processi di gestione responsabile di imprese al fine di favorire la diffusione della responsabilità sociale aziendale e la sua applicazione nei contesti nazionale ed internazionale”.
Il GBS, associando oltre 40 Università italiane, ha sempre riservato un’attenzione particolare alla rendicontazione sociale nelle Università. Ne è testimonianza, in primo luogo, il Documento di ricerca n° 7 dedicato, per l’appunto, alla Rendicontazione sociale nelle Università, la cui redazione è stata coordinata da Mara Zuccardi Merli dell’Università di Genova, coadiuvata da un importante gruppo di lavoro costituito da esperti e docenti di diversi Atenei. Inoltre, vale la pena segnalare anche la presenza, nell’attività dell’Associazione, di un Forum permanente Università, coordinato da Chiara Mio e Antonio Chiesi.
Ma, in questa sede, vorremmo presentare la recente pubblicazione di Chiara Mio – professore ordinario presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove insegna Management control, Corporate reporting e Pianificazione strategica e management della sostenibilità – dal titolo La rendicontazione sociale negli Atenei italiani. Valori, modelli, misurazioni, Franco Angeli, 2016.
Si tratta di un lavoro di oltre 400 pagine, estremamente ricco e complesso, che si è avvalso della collaborazione di Alessandra Allini, Federica Balluchi, Gustavo Barresi, Carlo Alberto Bentivoglio, Marco Bisogno, Barbara Borgato, Adele Caldarelli Caldarelli, Bettina Campedelli, Alberto Cassone, Maurizio Cisi, Raffaella Coppolino, Laura Corazza, Magalì Fia, Simona Franzoni, Katia Furlotti, Ondina Gabrovec Mei, Katia Giusepponi, Francesca Manes Rossi, Pier Luigi Marchini, Carmelo Marisca, Sara Moggi, Antonio Nisio, Massimo Pollifroni, Luisa Pulejo, Paolo Ricci, Lorenzo Sacconi, Daniela M. Salvioni, Mauro Sciarelli, Rosanna Spanò, Mario Tani, Lara Tarquinio, Paolo Tartaglia Polcini, Melania Verde.
Si legge nella quarta di copertina: “Le istituzioni universitarie si trovano ad affrontare nel contesto attuale sfide importanti e molteplici ed intense sollecitazioni da parte degli stakeholders. È iniziato un percorso di ripensamento del ruolo degli atenei, sempre più nel segno di apertura e accoglimento di nuove prospettive ed approcci, a livello strategico e gestionale, nei processi organizzativi e nelle relazioni con gli interlocutori. In questo lavoro si analizzano i principali fattori di cambiamento per le università e le possibili evoluzioni, con una chiave di lettura che trova centralità nel sistema di rendicontazione esterna; un punto fondamentale di contatto e connessione tra l’ateneo e gli stakeholders, il punto di incontro tra aspettative e risposte. Cambia l’informativa esterna; delle università, si diffondono strumenti come i bilanci sociali, i bilanci di sostenibilità, che affrontano temi rilevanti per gli interlocutori e lasciati sostanzialmente ai margini nei documenti obbligatori, focalizzati sugli aspetti economico-finanziari. Nel libro si sviluppano considerazioni e proposte riguardo a questi strumenti, in una prospettiva integrata: non solo comunicazione, ma più ampiamente accountability, informative che esprimono una responsabilità dell’università nel rendere conto agli stakeholders, in cui trovano rappresentazione la ragione d’essere dell’ateneo, il suo orientamento strategico. Strumenti che supportano la condivisione di temi fondamentali con gli interlocutori: a cosa serve oggi l’education, cosa genera la ricerca, cos’è la third mission”.
Di seguito proponiamo la prima parte della premessa al volume a firma della curatrice e di Paolo Ricci.
PREMESSA di Chiara Mio e Paolo Ricci
Le riforme che hanno riguardato il sistema universitario si collocano nel quadro più ampio e complesso del processo di rivisitazione della intera pubblica amministrazione italiana. Tale processo, avviatosi agli inizi degli anni Novanta, di fatto non si è mai interrotto per effetto di molti provvedimenti che hanno riguardato i sistemi contabili, la governance, il controllo e la valutazione. Il processo che ha coinvolto l’università italiana prende avvio e si rafforza grazie ad un insieme di decisioni della Unione Europea (UE), decisioni che hanno trovato corpo in precisi atti strategici e di indirizzo, confluiti nei piani nazionali di riforma dei singoli Stati membri. Nel marzo 2000 i capi di Stato e di governo della UE avviarono la cosiddetta “strategia di Lisbona”, il cui obiettivo principale era quello di rendere l’economia europea sempre più fondata sulla conoscenza e sulla competenza; una conoscenza su cui basare il rafforzamento dell’economia europea nel contesto mondiale entro il 2010. Tale prospettiva è stata presente anche nei principali documenti dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), secondo la quale la conoscenza presenta una influenza sempre maggiore sulla competitività delle economie e, quindi, sulla crescita economica dei Paesi (OCSE, 1996). L’economia fondata sulla conoscenza non può non considerare l’importanza strategica e il ruolo svolto dalle università e dai centri di ricerca, intesi entrambi quali elementi essenziali dello sviluppo economico di una nazione e di una comunità. Le università, considerate come luoghi di costruzione del sapere e della sua trasmissione, risultano centrali e indispensabili, nonostante interventi normativi e finanziari a volte penalizzanti, per determinare le condizioni di progresso civile, economico e sociale di un Paese, soprattutto nella più chiara prospettiva della loro cosiddetta “terza missione”. La strategia europea in questi campi si articola su tre assi principali: 1) il processo di Bologna, che prende il nome dalla Dichiarazione firmata nella omonima città dai ministri dell’istruzione di 29 Paesi europei nel 1999, con lo scopo di creare uno spazio europeo dell’istruzione superiore; 2) il processo di Lubiana, che si pone l’obiettivo di creare uno spazio europeo della ricerca tramite interventi volti a favorire la libera circolazione dei ricercatori e a razionalizzare e coordinare i programmi di ricerca europei, nazionali e regionali; 3) un insieme di iniziative tendenti a sviluppare uno spazio europeo dell’apprendimento e della formazione permanente.
Il GBS (Gruppo di studio per la ricerca scientifica sul Bilancio Sociale) con il presente volume ha inteso contribuire al dibattito scientifico in atto sui temi della rendicontazione allargata o non-finanziaria e della governance, mettendo insieme competenze, studi ed esperienze di diversi ricercatori italiani che, per varie ragioni e da diverse prospettive, da tempo e con importanti risultati si occupano di “università”. Il lavoro riesce a raccogliere analisi e prospettive scientificamente rilevanti in grado di testimoniare una esigenza continua di approfondimento di grande importanza per il nostro Paese. Il GBS, con i suoi oltre quaranta atenei soci, ha così potuto ulteriormente testimoniare il proprio impegno e il proprio ruolo nell’ambito degli studi e delle ricerche per le quali nacque circa venti anni fa.