È stata approvata pochi giorni fa dalla Camera la Legge per la sicurezza delle cure e la responsabilità degli operatori sanitari. Il percorso è stato sofferto e piuttosto lungo ma finalmente ecco la norma, che porta il nome del suo firmatario, Federico Gelli, deputato del Pd.
Si punta, attraverso il nuovo provvedimento, a tracciare una nuova strada nel settore sanitario, riducendo il fenomeno della cosiddetta medicina difensiva che arriva a costare al Servizio Sanitario Nazionale circa 10 miliardi di euro.
Ricordiamo che la medicina difensiva altro non è che la pratica con cui il medico difende se stesso da eventuali ripercussioni e pratiche legali nell’esercizio della sua professione. Essa può essere di due tipi: positiva o negativa. Nell’esercizio della prima, per esempio, si attuano comportamenti di eccessiva cautela con continui e diversi esami. Nella pratica della seconda, contrariamente, viene evitato qualunque intervento medico che possa essere ad alto rischio, annullando la possibilità che il paziente abbia ripercussioni negative da pratiche mediche. Si possono ben comprendere, pertanto, gli alti costi di questa pratica.
La legge Gelli, di fatto, alleggerisce la responsabilità penale del medico che opera, e prevede che qualora provochi un danno a un paziente per imperizia, non sia penalmente perseguibile nel caso in cui abbia rispettato le linee guida e le buone pratiche assistenziali.
Altro punto importante della legge è l’apertura della strada a risarcimenti più veloci per le vittime di malasanità.
Ma vediamo sommariamente quali sono le novità che questa legge introduce: