Ieri la redazione ha dato notizia del primo rapporto sulla sharing mobility (leggi l’articolo) presentato in occasione della Conferenza Nazionale della Sharing Mobility, organizzata dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
“Siamo il Paese al mondo con più automobili a disposizione, 65 ogni 100 abitanti, – ha dichiarato Rossella Muroni, presidente di Legambiente -, però negli anni di crisi, disoccupazione e caro benzina, sono calati gli spostamenti di anziani, giovani e disoccupati, soprattutto quelli di relazione e tempo libero. Solo una piccola parte della popolazione ha trovato alternative credibili nei mezzi pubblici, nella bicicletta e nei nuovi servizi in sharing. Le nuove tecnologie e la mobilità elettrica sono la risposta alla libertà di movimento del futuro, ma solo se i sindaci delle città sanno orientarne lo sviluppo”.
“Norvegia, Danimarca e Olanda mettono a punto piani e strategie per vietare la vendita di auto a benzina e diesel entro il 2025 – ha sostenuto Andrea Poggio, responsabile Mobilità Sostenibile Legambiente -. Milano, come Parigi e altre città europee, sta vietando la circolazione dei diesel più vecchi di 10 anni. Legambiente ha proposto al Governo un piano analogo per uscire dalla mobilità petrolifera e inquinante in pochi anni: come? In due anni mille treni pendolari, 10 mila autobus elettrici o a biometano, 100 mila auto elettriche (taxi, car sharing e flotte aziendali) e un milione di biciclette a pedalata assistita”.
Per andare nella direzione auspicata il Rapporto propone una vera e propria roadmap per la sharing mobility. Alcuni passi avanti “fra cui l’inserimento della sharing mobility nel nuovo Codice della strada, l’avvio di incentivi fiscali agli operatori e agli utilizzatori di sharing, la definizione di nuove forme di assicurazione ed una pianificazione urbana che consideri la sharing mobility come alleato del trasporto pubblico”.
Di seguito il capitolo conclusivo del Rapporto. Chi volesse leggere il testo integrale può consultare la pagina web dedicata.
NEXT STEPS
5 passi avanti per la Sharing mobility italiana
Nel campo della mobilità si avvertono i primi segnali di un cambiamento che sarà epocale: sharing mobility, città intelligenti, auto senza conducente. Si sta affermando in tutto il mondo un nuovo modo di muoversi, maggiormente basato sull’accesso ai servizi invece che sull’uso di un veicolo di proprietà. La tecnologia oggi lo facilita, l’ambiente ne ha bisogno, un numero crescente di persone vuole spostarsi liberamente, in città e fuori, anche senza possedere un veicolo.
L’Osservatorio della Sharing mobility, promosso dal Ministero dell’Ambiente e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile è la community della Sharing mobility italiana e unisce operatori di sharing, imprese, istituzioni, università, amministrazioni locali e associazioni che promuovono ed analizzano, da punti di vista diversi, il fenomeno della mobilità condivisa.
Attraverso un processo di partecipazione attiva dei suoi membri, l’Osservatorio ha prodotto una Roadmap che individua alcuni temi prioritari su cui intervenire subito per facilitare uno sviluppo sostenibile, armonioso e regolato della mobilità condivisa in Italia.
Condividiamo nuove regole
La diffusione di nuove tecnologie che innovano profondamente i modelli di produzione e di consumo preesistenti ha bisogno comunque di regole. Poche, considerando la rapidità delle trasformazioni che interessano il settore, ma efficaci per favorire una crescita a vantaggio di tutti.
- Introduciamo nella riforma del codice della strada sia la definizione di mobilità condivisa come insieme di servizi innovativi di mobilità in cui siano condivisi tragitti e/o veicoli anche attraverso l’uso di piattaforme digitali che la definizione di veicolo stabilmente condiviso
- Istituiamo delle specifiche aree di parcheggio dedicate ai veicoli considerati stabilmente condivisi e/o eliminiamo gli attuali ostacoli alla rimozione dei veicoli privati che vi sostino abusivamente
- Prevediamo nel nuovo codice della Strada che le Amministrazioni locali possano istituire corsie riservate dedicate alla mobilità condivisa in particolare nelle grandi arterie di accesso e penetrazione ai centri urbani
- Promuoviamo delle linee guida per l’affidamento dei servizi di mobilità condivisa su tutto il territorio nazionale agevolando il compito degli Enti Locali e/o dalle Agenzie per la mobilità e mettiamo a punto uno schema di contratto di servizio uniforme fra amministrazioni e operatori in cui siano individuati alcuni requisiti essenziali come: standard minimi di qualità a tutela del cliente, obblighi minimi di monitoraggio e rendicontazione verso gli enti concedenti, requisiti minimi per l’interoperabilità e regimi giuridici da prescegliere per la gestione.
Le politiche urbane contano
Le politiche locali sono determinanti per lo sviluppo della mobilità condivisa così come i servizi di mobilità condivisa sono fondamentali per la sostenibilità del sistema dei trasporti e per la qualità della vita di una città. La mobilità condivisa in ambito urbano si sviluppa efficacemente dove siano attive politiche, misure e strumenti per promuovere lo sviluppo della mobilità sostenibile e, di converso, limitare l’uso dell’auto di proprietà.
- Inseriamo negli strumenti di pianificazione della mobilità urbana e locale la mobilità condivisa come misura strategica per la mobilità sostenibile
- Pianifichiamo l’integrazione dei servizi di mobilità condivisa con il trasporto pubblico locale
- Realizziamo degli Hub della mobilità sostenibile per facilitare l’intermodalità tra trasporto pubblico e tutti i servizi di mobilità condivisa, ad esempio presso le stazioni ferroviarie e della metropolitana
- Garantiamo uniformemente in tutte le città ove sono operativi servizi di sharing mobility, condizioni operative essenziali quali ad esempio delle misure incentivanti dedicate ai veicoli stabilmente condivisi: l’accesso nelle zone a traffico limitato (ZTL) e/o Low Emission Zone (LEZ), la sosta agevolata sulle c.d. strisce blu e una quota standard di stalli di sosta dedicati sia in prossimità dei principali poli attrattori del traffico urbano che uniformemente distribuiti sulla tutta la rete stradale
- Fissiamo per i servizi di Sharing mobility chiari obiettivi economici-gestionali, sociali ed ambientali da misurare e valutare periodicamente
Ti assicuro che funziona
I trasporti sono uno dei tradizionali settori in cui il ruolo delle assicurazioni è fondamentale, ma perché un attore cambi è necessario che anche l’altro faccia la sua parte. I servizi di Sharing mobility richiedono polizze e modalità assicurative adatte al nuovo paradigma. Anche per beneficiare del nuovo passo dei tempi il settore assicurativo è chiamato a rispondere dinamicamente alle nuove domande del mercato e a sviluppare al più presto nuovi prodotti su misura per la sharing mobility.
- Promuoviamo con ANIA polizze assicurative specificamente dedicate ai veicoli condivisi e ai diversi servizi di mobilità condivisa
- Inseriamo i servizi di mobilità condivisi fra le modalità di trasporto per recarsi al lavoro previste dall’INAIL per il risarcimento legato all’“infortunio in itinere”
- Uniformiamo il furto di un veicolo condiviso a quello di un qualsiasi altro veicolo di proprietà
- Garantiamo che chi sceglie di rinunciare al proprio veicolo e utilizzare con continuità (almeno 12 prelievi all’anno) i servizi di carsharing e scootersharing, possa mantenere la propria classe di merito, in caso di nuovo acquisto, anche oltre i cinque anni previsti dalla normativa attuale.
Chi condivide paga meno
Anche se con gradi diversi, tutte le forme di mobilità condivisa tendono a ridurre gli impatti negativi della mobilità, non da ultimo quelli ambientali. La transizione green del modello di mobilità del paese va incentivata. I nuovi incentivi, in un’ottica di equilibrio di bilancio, possono essere sostenuti da una pressione fiscale maggiore sulle forme di trasporto privato più inquinanti (feebate program).
- Esentiamo il proprietario di un veicolo stabilmente condiviso dal pagamento della Tassa di proprietà
- Riconosciamo ai cittadini e alle imprese che utilizzino servizi di mobilità condivisa una detrazione d’imposta del 19% delle relative spese annuali sostenute
- Uniformiamo i servizi di Sharing mobility a quelli dei servizi di trasporto e in questo modo accedere al regime Iva con aliquota del 10%
- Garantiamo che i diversi schemi di incentivazione per comportamenti virtuosi in tema di mobilità sostenibile, come per esempio il riconoscimento o l’impiego dei buoni di mobilità, comprendano anche l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa
- Sviluppiamo con il GSE le metodologie e i relativi strumenti per l’emissione di Titoli di Efficienza Energetica (Certificati Bianchi) legati all’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa
Investiamo nel futuro
La Sharing mobility si è diffusa in Italia a partire dai primi anni 2000 grazie all’intervento pubblico, nel quadro delle misure dedicate alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane. Solo recentemente le aziende private sono entrate nel settore della Sharing mobility modificandolo radicalmente. La collaborazione fra pubblico e privato è il punto di forza della Sharing mobility italiana e il contributo pubblico agli investimenti nella mobilità condivisa continua ad essere necessario.
- Riattiviamo il Fondo per la Mobilità Sostenibile cui possano accedere Comuni, anche in collaborazione con aziende, per cofinanziare l’istituzione di nuovi servizi di mobilità condivisa
- Permettiamo che i Comuni possano, quando economicamente e funzionalmente conveniente in ottica complessiva, contribuire alla gestione economica dei servizi di mobilità condivisa come forma integrata e complementare al trasporto pubblico
- Garantiamo che il bikesharing sia considerato una tra le possibili forme di servizio di trasporto pubblico locale e che, in quanto tale, possa disporre di un sostegno pubblico stabile e certo per tutte le attività di gestione del servizio
- Assicuriamo che le Regioni possano finanziare come servizi di trasporto pubblico locale i servizi di mobilità condivisa nelle aree a domanda debole
- Realizziamo una campagna di comunicazione e promozione della Sharing mobility per evidenziare a tutte le fasce sociali e di età gli aspetti di sostenibilità ambientale e di convenienza economica.