“La spazzatura è la buona notizia” è lo slogan dell’azienda spagnola Ecoalf che si occupa di realizzare originali capi di abbigliamento ottenuti riciclando i rifiuti di plastica provenienti direttamente dal mare e raccolti da 160 pescherecci.
Si tratta di una grande iniziativa che nasce da uno studio finanziato dall’Unione Europea, “Upcyclingtheoceans”, lanciato proprio per analizzare la fattibilità economica e valutare le potenzialità di raccogliere rifiuti marini in plastica per produrre abbigliamento di alta qualità.
A monte c’è il lavoro di 160 pescherecci della Comunità Valenziana che quotidianamente pescano e recuperano una tonnellata di materiale, in particolare bottiglie e contenitori di plastica, da cui poi si ricavano vestiti, giacche e borse. Gli eco-filati, infatti, vanno bene per tutto: dai pantaloni alle gonne, dallo smoking alla cravatta.
Da appena 235 grammi di reti da pesca, che altrimenti finirebbero nell’immondizia del mare, si ricava circa un metro di tessuto. E da 70 bottiglie di plastica pet si ottiene un metro di filato riciclato. Un grande vantaggio ambientale che permette la rimozione di una delle principali cause dell’inquinamento marino.
Come racconta Javier Goyaneche, presidente e fondatore di Ecoalf: «il nostro obiettivo era di realizzare un’azienda di moda che fosse realmente sostenibile. Così abbiamo scommesso sui materiali riciclati, con la stessa qualità, disegno e proprietà tecniche dei migliori articoli non riciclati».