Legalità

Contro la tratta di esseri umani

Martedì scorso palloncini liberati per colorare il cielo in molte città italiane, in occasione della sesta Giornata europea contro la tratta degli esseri umani nel corso della quale è stato lanciato lo slogan e hashtag #liberailtuosogno dall’Osservatorio Interventi Tratta del Dipartimento delle Pari Opportunità.

A Palazzo Montecitorio la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha aperto le celebrazioni della Giornata europea con una toccante citazione tratta da “Le ragazze di Benin City” di Laura Maragnani e Isoke Aikpitanyi: “La prima volta che vai sulla strada per lavorare sei nel panico. Io ricordo la strada. Ricordo il marciapiede. Ricordo la mia vergogna di stare lì, con dei vestiti assurdi. E l’attesa. Ricordo l’attesa che qualcuno arrivasse e mi facesse un segno dal finestrino abbassato, che dicesse vieni, che dicesse quanto. Ricordo ancora la voce dei primi che mi hanno chiamato, e la mia voce che rispondeva no, no, no”.

L’iniziativa, organizzata e moderata dalla vice presidente della Camera, Marina Sereni è stata introdotta da Maria Elena Boschi, ministra con delega alle pari opportunità. Hanno fatto seguito gli interventi di Cristina Lodi, presidente della Commissione Welfare al Comune di Genova, Isoke Aikpitanyi, Associazione vittime ed ex vittime della tratta, Giulia Falzoi, coordinatrice ufficio migranti dell’Oim (Organizzazione internazionale migrazioni), Andrea Morniroli, Cooperativa sociale Dedalus, Piattaforma nazionale anti tratta, Fabio Sorgoni, Associazione On the road, Mirta Da Pra, Associazione Gruppo Abele, Elena Centemero, deputata, presidente della Commissione Equality and non discrimination del Consiglio d’Europa, Mario Morcone, Capo dipartimento Libertà civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno.

Infine la Commissaria per gli Affari interni Cecilia Malmström, nel corso di una conferenza organizzata dalla Commissione europea e dalla presidenza cipriota dell’Unione europea, ha ricordato che la tratta di esseri umani rimane un problema preoccupante all’interno dell’Unione, dove, secondo le stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro, 880 000 persone, pari a 1,8 su 1 000 abitanti, sono vittime di lavoro forzato, tra cui lo sfruttamento sessuale.

Inoltre ha dichiarato: “Privare le persone della libertà, sfruttarle e venderle come merci a fini di profitto, costituiscono gravi violazioni dei diritti umani. La tratta di esseri umani non può essere tollerata in alcuna forma, che sia in Europa o nel resto del mondo. Abbiamo elaborato norme e misure ambiziose per combatterla e gli Stati membri hanno espresso la loro volontà politica in questo senso. Adesso la priorità è passare alla fase di attuazione, ossia tradurre la legislazione in realtà. Abbiamo l’obbligo, sia morale che giuridico, di intervenire, e dobbiamo farlo in partenariato con le organizzazioni internazionali, i Paesi terzi, le organizzazioni della società civile, il settore privato e tutti gli altri attori all’interno dell’Unione e nel resto del mondo. Se vogliamo eliminare la tratta di esseri umani dobbiamo insomma agire insieme”.

Per ricordare il grande lavoro fin qui svolto, ma soprattutto quanto ancora resta da fare, riportiamo di seguito un breve estratto dal Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento 2016-2018, adottato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 26 febbraio scorso, che costituisce di certo un passo concreto molto importante nella giusta direzione.

Il PNA è sviluppato in forte coerenza con la base giuridica e amministrativa che si è consolidata a livello internazionale e nell’Unione europea, con particolare riferimento alla direttiva UE 2011/36, e al D.lgs. n. 24 del 4 marzo 2014 di attuazione della direttiva stessa, che stabilisce le norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni nell’ambito della tratta di esseri umani e disposizioni comuni per gli Stati membri della UE, mirando a rafforzare, da un lato la prevenzione e la repressione del reato, dall’altro la protezione delle vittime.
Per quanto riguarda la strategia di azione del PNA, questa è definita, come anticipato, in armonia con la strategia dell’UE per l’eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016), di cui alla Comunicazione COM(2012) 286 del 19 giugno 2012, tenuto conto delle specificità del contesto italiano e delle strategie operative sviluppate a livello nazionale.
Il Piano, considerando le quattro direttrici (prevention, prosecution, protection, partnership) è quindi articolato secondo le 5 priorità individuate dalla Strategia UE:

A. Individuare, proteggere e assistere le vittime della tratta
B. Intensificare la prevenzione della tratta di esseri umani
C. Potenziare l’azione penale nei confronti dei trafficanti
D. Migliorare il coordinamento e la cooperazione tra i principali soggetti interessati e la coerenza delle politiche
E. Aumentare la conoscenza delle problematiche emergenti relative a tutte le forme di tratta di esseri umani e dare una risposta efficace.

Ai fini dell’aderenza della Strategia UE alle specificità del contesto nazionale, le suddette cinque priorità sono declinate in principali obiettivi strategici che ritroveremo declinati nel corso del Piano relativamente all’area della Governance e a quella del dettaglio delle quattro direttici:

1 Sistema di coordinamento
1.1 Migliorare la governance a livello centrale e territoriale degli interventi e l’effettivo coordinamento tra gli attori coinvolti nella protezione ed assistenza alle vittime e nel contrasto al fenomeno rispetto a tutte le forme di sfruttamento ad esso collegate, allo scopo di professionalizzare ulteriormente la qualità del servizio erogato dai soggetti attuatori degli interventi stessi. Nel contempo sviluppare un miglior coordinamento tra livello centrale e territoriale per conseguire una maggior standardizzazione dei servizi offerti e favorire lo sviluppo di percorsi di valutazione dei risultati conseguiti che permettano di intervenire sul sistema, sia per renderlo aderente alle modificazioni congiunturali e strutturali che il fenomeno della tratta presenta, sia per favorire lo sviluppo di un sistema di referral reale in grado di rispondere alle esigenze del lavoro di rete e di contatto con i sistemi che si occupano delle altre vulnerabilità nel panorama delle politiche in materia di immigrazione
1.2 Ampliamento ed armonizzazione del quadro normativo e amministrativo di riferimento
1.3 Rilevazione, organizzazione e sistematizzazione dei dati statistici (quantitativi e qualitativi) di riferimento
1.4 Pianificazione e ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse
1.5 Monitoraggio e valutazione del fenomeno e dei risultati degli interventi sia attraverso gli strumenti già esistenti sia mediante la previsione di Gruppi di lavoro che sviluppino un valido percorso da seguire per l’esame delle criticità, l’individuazione dei punti di forza, la formulazione di proposte per le aree di interesse da porre al centro del piano di azione e la predisposizione di strumenti tecnici di valutazione degli interventi e dei relativi costi

2 Prevenzione
2.1 Migliorare la conoscenza del fenomeno e la diffusione di tale conoscenza, anche attraverso la ricerca sul fenomeno ed una migliore attenzione da parte degli operatori della composizione dei soggetti in presa in carico
2.2 Sviluppare una cooperazione con i paesi di origine della tratta e con le relative Ambasciate nonché relativi Consolati presenti sul territorio italiano
2.3 Potenziare le attività di comunicazione e sensibilizzazione soprattutto nei luoghi di arrivo delle potenziali vittime della tratta come i valichi di frontiera e i luoghi di sbarco
2.4 Promuovere l’istituzione di una piattaforma per il settore privato
2.5 Promuovere l’educativa territoriale presso le popolazioni a rischio di tratta con particolare attenzione ai minori, alla prostituzione migrante di strada e indoor, all’accattonaggio e al lavoro stagionale nelle zone rurali e l’attivazione di azioni innovative di contatto con altri segmenti produttivi (aree urbane, comparti produttivi diversi)
2.6 Favorire la cooperazione tra i sistemi degli interventi in aiuto alle persone vittime di tratta e grave sfruttamento, richiedenti protezione internazionale, minori non accompagnati sia per le linee strategiche di azione che in sede di valutazione di gestione di eventi straordinari
2.7 Attivare iniziative progettuali formative in favore delle potenziali vittime che prevedano, oltre ad una fase educativa nei territori di origine, anche momenti di apprendimento e di attività lavorativa sul territorio nazionale, in modo da coinvolgere gli stessi in veri e propri percorsi di integrazione sul campo
2.8 Porre in essere attività volte a scoraggiare la domanda di servizi offerti dalle vittime di tratta

3. Assistenza, protezione e recupero delle persone trafficate
3.1 Costituzione di un sistema nazionale di referral, che assicuri la presa in carico tempestiva delle persone vittime di tratta e rimuova eventuali ostacoli con interventi a livello locale e nazionale, con particolare attenzione posta verso il rispetto del principio dell’uguaglianza di genere e della tutela dei minori vittime di tratta ed elaborazione di linee guida sul referral che partano dalle buone pratiche già esistenti a livello locale e regionale
3.2 Meccanismi di rapida identificazione delle vittime, anche tra gruppi particolarmente vulnerabili, come i migranti irregolari, inclusi i minori non accompagnati ed i richiedenti asilo
3.3 Sistema di accoglienza e inclusione attiva

4. Attività di indagine e contrasto del fenomeno
4.1 Migliorare l’emersione del fenomeno e garantire interventi di risposta efficaci e coordinati

Published by
Valerio Roberto Cavallucci