Una ricerca basata su milioni di persone ha permesso di realizzare un albero genealogico composto da 13milioni di persone, il più grande mai realizzato.
L’albero rappresenta 11 generazioni e 5 secoli di storia, donandoci molte informazioni su matrimoni e rapporti di parentela.
Lo studio è stato condotto dal gruppo di ricerca di Yvaniv Erlich, scienziato informatico alla Columbia University (USA), che è a capo della “My Heritage”, una società specializzata nella creazione di alberi genealogici. L’azienda ha un sito, Geni.com, in cui è possibile condividere parte delle proprie informazioni personali e sulla famiglia, trovando collegamenti o scoprendo la provenienza dei propri antenati.
Erlich ha quindi messo insieme le informazioni di 85milioni profili pubblici e ha ricostruito i legami di parentela tra loro. Il gruppo di ricerca ha intuito che così si poteva formare un albero genealogico di circa 13milioni di individui, di cui l’85% proviene da Occidente e ha vissuto negli Stati Uniti.
L’albero genealogico in questione, può essere scaricato dallo stesso sito ed è stato pubblicato sulla rivista “Science”. Da esso possiamo vedere quanto siano cambiate le abitudini e i legami familiari nel corso di 500 anni.
Il gruppo di ricerca si è concentrato su due aspetti fondamentali della nostra esistenza: quanto viviamo e con chi decidiamo di vivere e avere figli. Tenendo conto della provenienza delle moglie e dei mariti, considerata anche la miglioria nei trasporti, sono aumentate le coppie formate da persone provenienti da due luoghi distanti tra loro. Prima della Rivoluzione Industriale, in media ci si sposava con persone distanti massimo 10 chilometri. In seguito, con l’avvento dei trasporti, negli anni Cinquanta del Novecento, la distanza era diventata di 100 chilometri. Per avvenire ciò è passato del tempo, perché inizialmente le persone, nonostante i trasporti pubblici, si sposavano con individui nati poco distanti da esse. Questo perché era ancora possibile sposarsi tra cugini e parenti. Solo in seguito le persone hanno cominciato a cercare i propri partner in altri luoghi.
I dati hanno anche permesso di analizzare la durata della vita di circa 3 milioni di persone con legami di parentela vissute tra il 1600 e i primi del ‘900, esclusi i morti in guerra.
Lo studio ha affermato che i geni influiscono per solo un 16% circa, molto più influenti sono i fattori ambientali. I molti dati raccolti danno la possibilità di ottenere risultati, come ad esempio le conoscenze sull’influenza combinata di più geni nell’aspettativa di vita e a seconda dei rapporti di parentela.
I ricercatori sono arrivati a questo risultato perché Geni.com permette di unire tra loro diversi alberi genealogici. All’utente quindi, quando inserisce i propri dati, vengono suggeriti altri alberi a cui collegare il proprio per trovare altri gradi di parentela, creando ramificazioni sempre più complesse. Erlich ha avuto così accesso a un’infinità di dati, elaborati in seguito per evitare errori.