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L’allarme della Comunità Papa Giovanni XXIII: aumenta la prostituzione minorile

Aumenta il numero delle minorenni istigate alla prostituzione che in alcune zone arriva al 50% delle presenze in strada. Il fenomeno interessa soprattutto ragazze minorenni nigeriane arrivate in Italia con i barconi. A rilevarlo è l’osservazione svolta, nel periodo dicembre 2016 – gennaio 2017, dalle 31 Unità di strada dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII operative in diverse città del nostro Paese.

Andando nel dettaglio è possibile notare che si è riscontrata una presenza di 25 vittime di tratta ritenute minorenni su un totale di 40, a Trofarello (TO) 15 su 30. Inoltre, l’Unità di strada di Verona sud durante una recente rilevazione, effettuata a dicembre, ha segnalato 20 ragazze presunte minorenni su 45.

I volontari delle Unità di strada raccontano che le vittime affermano di avere un età tra i 18 e i 21 anni, ma i loro tratti somatici e comportamentali consentono di ritenere con ragionevole certezza la minore età. Inoltre, essi riferiscono che a volte sono le stesse vittime presenti da più tempo a segnalare la presenza di ragazzine minorenni, chiedendo di intervenire.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su un tema così delicato l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha promosso diversi eventi che si terranno a Piacenza, Rimini, Ferrara, Verona, Massa Carrara, Torino, in occasione della Festa di Santa Giuseppina Bakhita, che ricorre l’8 febbraio. Bakhita fu resa schiava alla tenera età di sette anni e arrivata in Italia dopo tante sofferenze nel 1884, si fece suora e diventò subito simbolo di riscatto per le vittime di tratta.

Inoltre, l’Associazione negli scorsi mesi ha lanciato anche Questo è il mio corpo, la campagna di sensibilizzazione sul tema della tratta ai fini di prostituzione, che propone delle azioni per chiedere al parlamento e al governo italiano una legge che sanzioni il cliente, sulla scia del modello nordico adottato in Svezia, Norvegia, Islanda, Francia, e auspicato dall’Unione europea. Come ha dichiarato Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII: «Questa violenza protratta nei confronti di ragazzine è un fatto inaccettabile. Chiediamo ai responsabili delle forze dell’ordine di applicare l’articolo 600 bis del Codice Penale che punisce con pena da 1 a 6 anni di reclusione chiunque commette atti sessuali con minorenni dietro pagamento di corrispettivo, se con persone di età compresa tra i 14 e i 18 anni, mentre sotto i 14 anni è previsto il reato di pedofilia».

 

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Redazione