L’idea di cohousing (coabitazione solidale) è partita dall’associazione Autismo Abruzzo Onlus: non abbattere i complessi abitativi provvisori costruiti a L’Aquila dopo il sisma dell’aprile del 2009, ma piuttosto destinarli a un utilizzo sociale a favore delle persone con autismo e disagi di natura psichica.
La stessa associazione no profit si è già attivata e dispone di un protocollo d’intesa tra Asl e Comune grazie al quale 4 appartamenti sono già stati affidati ai destinatari del servizio.
Dario Verzulli, il presidente della Onlus impegnato da anni a estendere il progetto a un’utenza maggiore, sta tuttavia riscontrando delle difficoltà a causa delle decisioni politiche che vorrebbero l’abbattimento totale delle case perché ritenute eccessivamente costose da mantenere.
Qualcosa di assolutamente incomprensibile agli occhi del presidente della Onlus che – in termini di impegno economico – ricorda come migliorando la qualità della vita di chi quotidianamente deve fare i conti con delle patologie, si contribuisca a diminuire la spesa sanitaria delle Asl del territorio. Va aggiunto anche che, aldilà delle questioni legate alle spese, il progetto di cohousing privilegia l’autonomia, la cooperazione, l’inclusione sociale.
Pertanto, l’associazione Autismo Abruzzo Onlus ha fatto richiesta formale di concessione di appartamenti del progetto Case. La richiesta è stata accolta e dunque le abitazioni verranno affidate al centro regionale e successivamente saranno utilizzate come luoghi per attività diurne e, in seguito, si spera di raggiungere l’obiettivo di rendere le strutture dotate di servizi residenziali.
Il 2 aprile prossimo sarà la Giornata della consapevolezza dell’autismo e Dario Verzulli si augura, insieme alle associazioni che sono quotidianamente a contatto con persone affette da disturbi psichici, che per quel giorno il progetto sia già attivo in maniera capillare in tutti i paesi del territorio aquilano.