Questa volta i numeri parlano chiaro. La bici, anche in Italia, “muove” l’economia e interessa una parte significativa della popolazione. Specialmente in alcune città come Bolzano, Pesaro, Treviso e Ferrara.
“Con L’A Bi Ci – 1° Rapporto Legambiente sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città – realizzato in collaborazione con VeloLove e GRAB+ – abbiamo cercato di fare il punto sullo stato delle due ruote, elaborando una inedita e innovativa analisi del valore economico della bicicletta nel nostro Paese”.
Il fatturato stimato delle due ruote, secondo Legambiente, raggiunge i 6.206.587.766 euro, sommando produzione, ciclovacanze, risparmio di carburante, benefici sanitari e riduzione di emissioni nocive. E in Italia, a differenza di altri Paesi europei, siamo solo all’inizio.
In molti iniziano a raggiungere quotidianamente il luogo di lavoro in bici soprattutto in alcune aree del Trentino, dell’Emilia Romagna e del Veneto. Gli habitué dei pedali sono almeno 743.000. Nel frattempo nel nostro Paese crescono le piste ciclabili ma non aumenta ancora in modo significativo la percentuale di coloro che utilizza la bici per i propri spostamenti. Una contraddizione che merita di essere esaminata a fondo, per trovare i correttivi necessari e trasformare un indiscutibile rinnovato interesse per la bici in un nuovo stile mobilità.
Ma, soprattutto, il Rapporto di Legambiente fornisce l’occasione per esaminare nel dettaglio i dati economici. Per questo proponiamo ai lettori di Felicità Pubblica alcuni estratti dall’ultimo capitolo “Il valore economico della bicicletta in Italia”. Chi volesse può consultare il testo integrale del Rapporto alla pagina web.
IL VALORE ECONOMICO DELLA BICICLETTA IN ITALIA
6.206.587.766 euro. È il fatturato generato dall’insieme degli spostamenti a pedali in Italia. Un valore straordinario se si pensa che è conseguenza di un uso ancora assai limitato della bici come veicolo per la mobilità (usa sistematicamente la bici per i propri spostamenti appena il 3,6% della popolazione) e che il settore cicloviaggi – che potrebbero dare un contributo straordinario al settore turistico considerando la grande bellezza espressa dalle nostre città, dai nostri borghi e dal nostro paesaggio – è ancora troppo poco sviluppato.
La valutazione operata dal 1° Rapporto sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città per arrivare a definire il peso economico della bici, ha permesso di fissare tutta una serie di informazioni particolarmente utili a comprendere l’importanza di una mobilità sempre più human powered. Nello stesso tempo questa modalità di valutazione della ciclabilità – completamente innovativa per l’Italia – consente di guardare non solo l’ambito esclusivo dello spostamento o della vacanza in bici, ma un insieme più ampio di esternalità positive e negative connesse agli stili di mobilità.
Accanto all’economia direttamente originata dalle bici (la produzione e la vendita di bici e accessori e il mercato del cicloturismo), il report Legambiente ha infatti calcolato il risparmio complessivo di carburante, i benefici sanitari, i benefici per la salute dei bambini, la riduzione dell’assenteismo, la riduzione dei costi ambientali delle emissioni gas serra, la riduzione dei costi sociali dei gas serra, il miglioramento della qualità dell’aria, il contenimento dell’impatto del rumore, il contenimento dei costi delle infrastrutture e dell’artificializzazione del territorio.
Il risultato di 6,2 miliardi di valore economico della bici è, peraltro, senz’altro sottostimato, perché ci sono una serie da elementi positivi (la diminuzione dei tempi di percorrenza legati a una diminuzione della congestione, ad esempio, o la ricchezza generata da uno spazio pubblico di qualità) rispetto ai quali le informazioni statistiche disponibili non consentono ancora di definire con precisione il valore.
MERCATO BICI € 1.161.540.000
La UE-28 nel 2015 ha prodotto 13.149.000 bici. L’Italia si conferma maggior produttore, con una quota di mercato prossima al 18%. Tuttavia non c’è simmetria tra produzione e vendite, dal momento che in rapporto alla popolazione l’Italia ha un numero di unità vendute di gran lunga inferiore a tante nazioni continentali.
La vendita delle biciclette nel mercato nazionale unita all’export ha generato nel 2015 un giro d’affari di 488.000.000 €. Il dato è analogo a quello dell’anno precedente e in linea con la media del settore degli ultimi 10 anni.
Come testimonia il quadro delle vendite dell’ultimo quinquennio, l’andamento del mercato nazionale è soggetto a evidenti oscillazioni verso l’alto e verso il basso. Le più recenti statistiche di Confartigianato segnalano che nel primo bimestre 2016, la produzione è aumentata del 13,8% rispetto al 2015, un trend più che doppio rispetto al +6,6% registrato nell’Ue.
Al di là del numero di unità vendute è curioso notare che gli italiani, come peraltro i francesi e i britannici, acquistino in media veicoli di valore compreso tra i 300 e i 325 euro, circa un terzo di quello che investono nella bici gli olandesi e la metà di quello che spendono i danesi.
Ai 488.000.000 € del valore della produzione industriale delle bici del 2015 va aggiunto quello del mercato di parti e accessori, che ha generato nello stesso anno vendite per 483.540.000 €.
Il valore delle riparazioni, infine, è stimato da Confindustria-ANCMA in 190.000.000 €, anche se in questo caso il dato è riferito al 2012.
Sempre Confartigianato ha censito 3.043 imprese che producono, biciclette, componentistica e accessori oppure riparano e noleggiano. Danno lavoro a 7.815 addetti e, tra il 2013 e il 2016, sono aumentate del 2,8%. In questo comparto dominano gli artigiani con 2.103 imprese e 3.936 addetti, concentrate soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Nell’ultimo quinquennio in Italia è cresciuto il mercato delle bici a pedalata assistita, ma il trend è evidentemente più contenuto rispetto a quello di altri Paesi Ue.
In Olanda, ad esempio, nel 2016 quasi un 30% del totale delle nuove bici acquistate è elettrico e questo particolare segmento vale 535.000.000 €. In numeri assoluti gli olandesi hanno acquistato lo scorso anno 271.000 e-bike, una ogni 66 abitanti rispetto all’una ogni 1000 abitanti in Italia.
Nella UE-28 il mercato delle e-bike ha conosciuto una crescita esponenziale nell’ultimo decennio (+1.285%) passando da 98.000 unità a 1.357.000, con la Germania che da sola conquista il 40% del mercato.
CICLOTURISMO € 2.050.000.000
L’ultima stima complessiva disponibile sul valore del cicloturismo in 28 Paesi europei calcola un fatturato complessivo del settore vicino ai 44 miliardi di euro l’anno, generato da 2.3 miliardi di gite turistiche a pedali.
Per l’Italia il valore del cicloturismo supera di poco i 2 miliardi di euro l’anno – 2.050.000.000 € – ma considerando che questo valore si basa su una serie di informazioni che in alcuni casi risalgono a più di un decennio fa si può azzardare senz’altro che si tratta di un dato sottostimato. (…)
RISPARMIO DI CARBURANTE € 127.309.788
Per stimare il risparmio di carburante collegato all’uso della bicicletta è necessario preventivamente fare alcuni conteggi sfruttando le statistiche disponibili sulla mobilità e sulla ciclomobilità. In Italia gli spostamenti in bicicletta nel 2015 hanno soddisfatto il 3,6% della domanda di mobilità complessiva. Percentuale che sale al 5,7% se si considera esclusivamente la scala urbana. La popolazione mobile (ossia la percentuale di popolazione che nel corso di una giornata effettua almeno uno spostamento) è pari al 79,2% del totale. Il numero medio di spostamenti giornalieri pro capite nel 2015 (su popolazione mobile) è 2,68. La lunghezza media dello spostamento in bici nel 2015 è di 3,4 chilometri. Popolazione residente in Italia al 31.12.2015: 60.665.551. La popolazione mobile (il 79,2% di 60.665.551) è: 48.047.116. La popolazione mobile che si sposta in bici (il 3,6% di 48.047.116) è: 1.729.696. Il totale degli spostamenti in bici ogni anno è dunque il risultato della popolazione mobile che si sposta quotidianamente in bici (1.729.696) x il numero medio di spostamenti giornalieri pro capite (2,68) x 365 giorni: 1.691.968.627. Il totale dei chilometri percorsi in bici nel nostro Paese è dunque il risultato del totale degli spostamenti in bici ogni anno (1.691.968.627) x la lunghezza media dello spostamento in bici (3,4 chilometri): gli italiani nel 2015 hanno pedalato per 5.752.761.332 km.
E’ partendo da questi 5,75 miliardi di chilometri che si può fare una stima del consumo di carburante evitato grazie a chi usa la bici per gli spostamenti. Intanto è necessario fissare il prezzo medio del carburante e la media dei consumi. Il prezzo medio della benzina nel 2015 è di € 1,534, mentre il prezzo medio del gasolio è di € 1,405. Nel 2015 la consistenza del parco auto italiano è di 37.351.233 veicoli, di cui il 57,8% a benzina (o benzina-gpl/ benzina-metano) ovvero 21.588.673 veicoli e il 41,9% a gasolio ovvero 15.666.309 veicoli.
Basandosi sui valori contenuti nel manuale sui costi esterni dei trasporti redatto dalla DG Mobility and Transport della Commissione Europea l’uso della bicicletta sostituisce altri modi di trasporto nelle seguenti percentuali: bus 40%, auto 30%, piedi 20%, ciclomotori 10%; la bicicletta si usa prevalentemente di giorno (nel 90% dei tragitti) e in centro città (nel 50% dei casi), mentre il 30% dei ciclospostamenti interessa le periferie e il 20% le aree rurali.
Ne consegue che i 5.752.761.332 chilometri percorsi in bici in Italia evitano che almeno il 30% di questa distanza (1.725.828.400 km) sia coperta con l’auto privata. Si tratta di 997.528.815 km in meno con auto a benzina e 723.122.100 chilometri a gasolio (non vengono qui conteggiati i risparmi dovuti alla riduzione d’uso dell’auto elettrica o dei veicoli ibridi). La media stimata dei consumi è di 5lt/100Km (anche se i consumi reali sono probabilmente più alti rispetto ai valori calcolati in laboratorio).
Dunque il risparmio è di € 7,67/100 chilometri per la benzina e di € 7,025/100 chilometri per il gasolio. Economicamente il risparmio complessivo ammonta a € 76.510.460 per i chilometri evitati in auto a benzina e a € 50.799.328 in auto a gasolio.
BENEFICI SANITARI € 1.054.059.446
La percentuale di italiani adulti che fa un’attività fisica inferiore a quella necessaria a garantire un buon livello di salute è pari a un terzo della popolazione (il 33%). Per i bambini e gli adolescenti, la percentuale è molto più alta e raggiunge il 92% tra i 13enni. Ci sono forti disparità tra i sessi: è sedentario il 28% degli uomini adulti rispetto al 38% delle donne adulte.
La sedentarietà è ritenuta responsabile del 14,6% di tutti i decessi che avvengono in Italia ogni anno, pari a circa 88.200 morti premature nel 2012.
La sedentarietà in Italia produce un costo sanitario diretto pari a 1,6 miliardi ogni anno (€ 79,92/anno per ogni persona fisicamente inattiva) essendo una delle cause primarie di alcune malattie non trasmissibili come infarto, diabete, tumore di colon e mammella. A questi si aggiungono 7.8 miliardi di euro di costi indiretti (somma del valore della perdita di vita sana e della mortalità prematura) pari a € 389,61/anno per ogni persona fisicamente inattiva.
I 1.729.696 italiani che utilizzano sistematicamente la bici nel corso dell’anno (pari al 3,6% della popolazione mobile) evitano dunque, grazie all’attività fisica espletata pedalando per i propri spostamenti, costi sanitari diretti per € 138.237.304 e costi sanitari indiretti € 673.906.859. Il calcolo è fatto tenendo conto che se non usassero la bici, ma l’automobile, apparterrebbero alla popolazione sedentaria. (…)
Anche in questo caso l’uso della bicicletta produce un risparmio sanitario pari a € 241.915.283 l’anno. Il costo della sedentarietà risulta attualmente di 80,4 miliardi di euro all’anno in Europa. Tale spesa equivale al 6,2% di tutti i costi europei relativi alla spesa sanitaria ed risulta di 5 miliardi di euro più alta di quella relativa alla spesa mondiale annua di tutti i farmaci antineoplastici. Corrisponde infine a metà del prodotto interno lordo di Irlanda o Portogallo. Tale costo è destinato ad aumentare fino a raggiungere nel 2030 il valore di 125 miliardi di euro. Tali costi potrebbero venire evitati se tutti i cittadini europei raggiungessero una media di 20 minuti al giorno di una semplice ed economica attività come il cammino o la corsa. Anche un intervento che riuscisse a rendere attivo solo il 20% della popolazione europea porterebbe una riduzione di 16,1 miliardi dei costi.
BENEFICI PER LA SALUTE DEI BAMBINI € 960.000.000
Andare a scuola e in giro in bicicletta sin da piccoli produce benefici sia sanitari che sociali, migliora il benessere, le funzioni celebrali, diminuisce lo stress, con risultati positivi per tutta la famiglia.
ECF stima che questo insieme di fattori positivi abbia un valore di 20 miliardi per la Ue. Poiché i km pedalati in Italia (5.752.761.332 km) sono il 4,28% dei km pedalati nella UE-28 (134.231.025.984) possiamo stimare che i benefici per la salute dei bambini siano pari a € 960.000.000 (il 4,28% di 20 miliardi).
BENEFICI DERIVANTI DALLA RIDUZIONE DELL’ASSENTEISMO € 193.180.000
Nel 2015 il costo medio del lavoro all’ora nella UE 28 è di 25 € per ora (Eurostat). Sempre Eurostat afferma che il costo medio per una giornata lavorativa (8 ore) è di € 200. Le persone che vanno a lavoro in bici sono in media 1,3 giorni meno assenti per malattia dei colleghi che vanno al lavoro con altri mezzi di trasporto. Il guadagno per ogni persona che pratica il bike to work è quindi pari a 260 € all’anno. Confartigianato calcola che gli italiani che vanno al lavoro in bici sono 743.000.
RIDUZIONE COSTI AMBIENTALI EMISSIONI GAS SERRA € 94.391.611
Abbiamo già visto che la distanza totale percorsa in bici in Italia nel 2015 è pari a chilometri 5.752.761.332. In base al modello di calcolo approntato da ECF gli spostamenti in bicicletta nella UE-28 (in totale i km pedalati sono 134.231.025.984) hanno prodotto una riduzione delle emissioni di gas serra del settore dei trasporti di 15.248.644.552 kg di CO2. ECF valuta che l’insieme dei costi generati dai gas serra sia pari a 160,5 $/tonnellata ovvero a 144.63 €/t (in base al tasso di cambio medio 2015 $/€ 2015 di 1.109729. I km pedalati in Italia sono il 4,28% dei km pedalati nella UE-28. Gli spostamenti in bici nel nostro Paese producono dunque un risparmio pari al 4,28% (652.641,987 tonnellate) dei 15.248.644.552 kg di CO2 non immessi in atmosfera dalla UE grazie agli attuali livelli di ciclabilità. Il risultato delle tonnellate di CO2 evitata per il costo di ogni singola tonnellata di CO2 dà il valore della riduzione dei costi ambientali connessi alle emissioni di gas serra: € 94.391.611.
RIDUZIONE COSTI SOCIALI GAS SERRA € 428.000.000
La riduzione delle emissioni di CO2 comporta un contenimento dei danni provocati dai cambiamenti climatici, il cosiddetto costo sociale delle emissioni di gas serra. Inoltre la ciclabilità concorre a minimizzare il cosiddetto rebound effect (effetto rimbalzo) conseguente alla diffusione dell’auto elettrica. In questo caso, a livello UE-28, l’uso della bici genera un risparmio stimato da ECF in € 10.000.000.000. La quota italiana di questo risparmio (il 4,28%) è pari a € 428.000.000.
MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA € 18.266.921
Anche in questo caso partiamo dal calcolo realizzato da ECF che prende in considerazione solo la quota di km percorsi in auto effettivamente sostituita dallo spostamento in bici (approssimativamente un terzo degli spostamenti in bici rimpiazza tragitti precedentemente coperti con l’autovettura privata). A livello UE-28, grazie alle attuali performance di ciclabilità, 42.953.928.314,88 km non vengono pertanto percorsi in auto.
Bisogna considerare: – che il parco auto comunitario è composto per il 41% da vetture diesel e per il 54% da vetture a benzina; – come è suddiviso il parco circolante in base agli standard emissivi (categorie EURO); – quali sono i costi dell’inquinamento atmosferico in base all’analisi UE. Mettendo in relazione tra loro tutti questi elementi, la ciclabilità genera in Europa una riduzione dei costi dell’inquinamento atmosferico pari a 426.797.211 €. La quota italiana di questo risparmio (il 4,28%) è pari a 18.266.921 €.
CONTENIMENTO DELL’IMPATTO DEL RUMORE € 12.840.000
Basandosi sui valori contenuti nel manuale sui costi esterni dei trasporti redatto dalla DG Mobility and Transport della Commissione Europea l’uso della bicicletta sostituisce altri modi di trasporto nelle seguenti percentuali: bus 40%, auto 30%, piedi 20%, ciclomotori 10%; la bicicletta si usa prevalentemente di giorno (nel 90% dei tragitti) e in centro città (nel 50% dei casi), mentre il 30% dei ciclospostamenti interessa le periferie e il 20% le aree rurali.
Mettendo in relazione tra loro tutti questi elementi, la ciclabilità genera in Europa una riduzione dei danni prodotti dall’inquinamento acustico pari a 300.000.000 €. La quota italiana di questo risparmio (il 4,28%) è pari a 12.840.000 €.
CONTENIMENTO COSTI INFRASTRUTTURE E ARTIFICIALIZZAZIONE TERRITORIO € 107.000.000
Le infrastrutture per la ciclabilità richiedono molto meno spazio rispetto a quelle destinate al traffico motorizzato. Conseguentemente puntare sull’uso della bici riduce i costi di costruzione delle opere per la viabilità e limita il consumo di suolo. Nella UE-28 il minor impatto delle cicloinfrastrutture sul territorio ha un valore stimato da ECF 23 in € 2.000.000.000 €. Pertanto si può stimare che con gli attuali livelli di ciclabilità (il 4,25% del dato UE) il valore italiano sia pari a € 85.600.000. La riduzione del traffico automobilistico determina anche un minor inquinamento del suolo derivante dall’uso di combustibili fossili e altre sostanze nocive. Nella UE-28 ECF stima che questa riduzione della pressione sul suolo determinata dagli attuali livelli di ciclabilità valga € 500.000.000. Pertanto, sempre partendo dagli attuali livelli di ciclabilità nazionali, il valore italiano sia in questo caso pari a € 21.400.000.