Ottimi risultati per il Belpaese quelli che emergono dalle stime del Censis. Fiore all’occhiello si dimostra il Trentino.
Dieci miliardi di euro: è quanto vale la Green Economy in Italia secondo le stime del Censis dalle quali emerge una crescita della produzione pari al +24,5% in 5 anni nei settori delle energie rinnovabili.
«Le energie verdi», si legge nel rapporto, «rappresentano un’occasione da non perdere, soprattutto per un Paese, come l’Italia, che è naturalmente dotato di fonti rinnovabili quali il vento e il sole». Secondo i dati raccolti da Terna e dal Gestore servizi elettrici, infatti, già nel 2008 l’energia prodotta da fonti rinnovabili era in grado di rispondere al 16,5% del consumo nazionale.
«Le stime sul fatturato complessivo della Green Economy italiana si aggirano già attorno ai 10 miliardi di euro», prosegue il Censis, «e decisamente positive sono le previsioni sull’impatto nel mercato del lavoro: fonti diverse stimano da qui a dieci anni un potenziale occupazionale che varia da 100 mila a un milione di nuovi addetti, a seconda dei comparti presi in considerazione nella valutazione».
In particolare sono le regioni del Mezzogiorno a fare la parte del leone, anche grazie alle peculiarità naturali, ma anche quelle del Nord non sono da meno, per via di una più marcata sensibilità nei confronti di determinate tematiche.
Ma qual è la regione più “green” d’Italia?
Il primato spetta al Trentino Alto Adige, stando alla classifica stilata da Fondazione Impresa-Studi. Si tratta di una graduatoria dedicata alla Green Economy in Italia e alle iniziative promosse a livello locale per favorire risparmio energetico, utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili e best practice nel settore edile.
«Il Trentino Alto Adige domina la classifica grazie a un rendimento efficiente nella maggioranza degli indicatori green», si evidenzia nel rapporto. «In più di un terzo degli indicatori si posiziona sempre nelle prime tre posizioni e solamente in quattro indicatori su 21 scende sotto metà classifica. È leader assoluto nelle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica (51,5 ogni 1.000 abitanti, più del doppio della media italiana che si “ferma” a 24,1) e per qualità ambientale dei prodotti (56,1 licenze ecolabel ogni 100 mila imprese vs il 6,0 del caso Italia)».
Seguono Marche, Valle d’Aosta e Abruzzo, mentre la maglia nera spetta a Sicilia, Lazio e Liguria.