Vorremmo oggi focalizzare l’attenzione su due recentissimi documenti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Il primo consiste nelle linee guida sulla gestione delle persone in fuga dal proprio Paese a causa della guerra. Secondo stime attendibili i migranti forzati (richiedenti asilo, rifugiati e profughi) nel 2015 hanno raggiunto 65,3 milioni; di questi 21,3 milioni sono rifugiati e 3,2 richiedenti asilo in attesa di decisione. In Europa nel 2015 i richiedenti asilo e rifugiati sono stati 2.355.404, mentre le richieste di protezione internazionale sono pari a 1.312.600. Eppure, nonostante numeri così rilevanti, “ancora oggi esistono pratiche discordanti nel riconoscimento del diritto d’asilo, che in alcuni Paesi non viene concesso alle vittime di violenza”. Richiamandosi alla Convenzione sui Rifugiati del 1951 l’Alto Commissariato “esorta tutti i Paesi a seguire le nuove linee guida al fine di applicare una norma coerente e uniforme in materia di diritto d’asilo, in modo tale da garantire protezione internazionale a tutti coloro che ne hanno bisogno”.
Il secondo è un vero e proprio appello all’Europa, affinché cambi indirizzo sulla questione dei rifugiati e arrivi a definire un autentico sistema europeo di asilo. Superando incertezze e contraddizioni, l’UNHCR “si rivolge all’Europa affinché offra un maggiore sostegno strategico e mirato ai Paesi di origine, di asilo e di transito dei rifugiati, affinché riveda i suoi piani di contingenza per rispondere ad alti numeri di arrivi di rifugiati e migranti, e metta in pratica un sistema di asilo più efficiente e meglio gestito”. Le proposte, infatti, riguardano un sistema europeo comune di registrazione, le procedure d’asilo, i ricongiungimenti familiari, i minori non accompagnati e separati, le politiche di redistribuzione e i meccanismi di rimpatrio per le persone a cui non è stata concessa protezione internazionale.
Di seguito i comunicati stampa. Per consultare il testo integrale in inglese delle linee guida si rinvia alla pagina web; per il documento “Una protezione migliore per i rifugiati nell’Unione Europea e nel mondo”.
Monito dell’UNHCR ai governi: le persone che fuggono dalla guerra sono rifugiati
A fronte di movimenti record di persone in fuga da situazioni di conflitto, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) nel corso di questa settimana si è adoperato per consolidare il regime globale di protezione dei rifugiati mediante la pubblicazione di nuove linee guida sulla gestione delle persone in fuga dal proprio Paese a causa della guerra.
Le linee guida mirano ad assicurarsi che gli Stati concedano lo status di rifugiato a coloro che fuggono da conflitti armati e altre situazioni di violenza. Ancora oggi esistono pratiche discordanti nel riconoscimento del diritto d’asilo, che in alcuni Paesi non viene concesso alle vittime di violenza.
“L’idea che un individuo debba diventare un bersaglio individuale ai fini del riconoscimento dello status di rifugiato è un mito”, ha affermato il vice commissario UNHCR per la Protezione Volker Türk. “La Convenzione sui Rifugiati del 1951, la pietra miliare del nostro lavoro, ha sempre considerato chi fugge da conflitti come rifugiato, ma nel corso degli anni la norma è stata applicata in modo incoerente, e alcuni Paesi hanno richiesto alle persone fuggite da guerra prove a sostegno del fatto che fossero state oggetto di violenza individuale”.
“Le linee guida sono di fondamentale importanza in quanto la maggior parte dei conflitti attuali ha come bersaglio gruppi di civili in base alla loro appartenenza etnica, religiosa, sociale o politico, sia essa reale oppure presunta. Non c’è dubbio che chi fugge dagli effetti devastanti di un conflitto armato possa a tutti gli effetti essere considerato un rifugiato”, ha aggiunto Türk.
L’UNHCR esorta tutti i Paesi a seguire le nuove linee guida al fine di applicare una norma coerente e uniforme in materia di diritto d’asilo, in modo tale da garantire protezione internazionale a tutti coloro che ne hanno bisogno.
Gli spostamenti forzati nel mondo hanno raggiunto livelli record; a partire dalla fine del 2015 si contano infatti 65,3 milioni di persone in fuga. I rifugiati costituiscono circa un terzo del totale (21,3 milioni), mentre la maggioranza sono sfollati all’interno dei confini del proprio Paese.
L’UNHCR si occupa, in linea con il suo mandato, di fornire protezione a rifugiati, apolidi e sfollati. Ogni giorno assiste milioni di persone in tutto il mondo, spesso intervenendo in prima linea nei conflitti. Opera inoltre per garantire il pieno rispetto delle norme internazionali in materia di rifugiati e fornisce ai governi linee guida, informazioni e consulenza politico-legale affinché tutelino i diritti umani e dei rifugiati.
In un documento presentato oggi all’Unione Europea (UE), l’UNHCR, Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, lancia un appello per una riforma di vasta portata sul coinvolgimento globale dell’Europa rispetto alla questione dei rifugiati, che includa anche il sistema europeo di asilo. L’UNHCR si rivolge all’Europa affinché offra un maggiore sostegno strategico e mirato ai Paesi di origine, di asilo e di transito dei rifugiati, affinché riveda i suoi piani di contingenza per rispondere ad alti numeri di arrivi di rifugiati e migranti, e metta in pratica un sistema di asilo più efficiente e meglio gestito. L’UNHCR ha chiesto, inoltre, che gli Stati membri dell’Unione Europea investano maggiormente sull’integrazione dei rifugiati, comprese politiche alloggiative, occupazione e formazione linguistica.
“L’anno scorso, l’Europa non è riuscita a dare una risposta comune e strutturata alle sfide poste dall’arrivo di oltre un milione di rifugiati e migranti”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi. “Ciò ha provocato caos alle frontiere e un crollo nella fiducia dell’opinione pubblica rispetto alle capacità dei governi di gestire la situazione; favorendo il gioco di coloro che volevano fare dei rifugiati i capri espiatori. E ‘importante che gli Stati membri dell’UE mostrino, attraverso un’azione comune, che l’Europa sia in grado di impegnarsi riguardo ai movimenti dei rifugiati in modo efficace e in accordo ai suoi principi. L’UE dovrebbe altresì contribuire a stabilizzare questi flussi sul lungo periodo attraverso un impegno esterno più strategico – e allo stesso tempo, continuando ad accogliere i rifugiati.”
La proposta dell’UNHCR “Una protezione migliore per i rifugiati nell’Unione Europea e nel mondo” mostra come questa strategia possa essere realizzata praticamente sia all’interno dell’UE che a livello globale. Tra le principali proposte individuate: misure per affrontare le ragioni che costringono i rifugiati alla fuga e ai movimenti secondari, vie sicure per i rifugiati che vogliono raggiungere l’Europa, proposte per un sistema di asilo semplificato che possa identificare, registrare e processare gli arrivi in modo rapido ed efficiente e possa di nuovo guadagnare la fiducia dell’opinione pubblica.
“Questo è il momento per vedere da un’altra prospettiva l’impegno dell’Europa rispetto alla crisi globale dei rifugiati”, ha affermato Grandi “fondato sulla sua storia di tolleranza e apertura e sui principi di protezione, ma anche su un approccio pratico e pragmatico. La storia ha dimostrato che l’Europa è più forte quando affronta insieme le sfide che ha di fronte, e io credo fermamente che sia possibile farlo ancora una volta oggi.”
Basandosi su elementi dell’attuale Sistema Europeo Comune di Asilo (CEAS) e su alcune delle riforme proposte dalla Commissione Europea, le proposte dell’UNHCR porterebbero ad un sistema di asilo più semplice, che garantisca accesso al territorio, registrazione ed un’accoglienza adeguata dei nuovi arrivi ma anche la condivisione delle responsabilità sui richiedenti asilo tra i vari Stati membri dell’Unione Europea e che tali Stati siano messi in condizione di rispettare i loro compiti. Le riforme proposte dall’Agenzia garantirebbero il diritto d’asilo e rafforzerebbero i controlli di sicurezza, facilitando una gestione più efficiente dei flussi migratori e, potenzialmente, riducendone i costi.
Le proposte includono un sistema europeo comune di registrazione, procedure d’asilo più rapide e semplici, priorità ai ricongiungimenti familiari, un approccio comune nei confronti dei minori non accompagnati e separati, un meccanismo di redistribuzione dagli Stati Membri con alti numeri di arrivi ed un efficiente sistema di ritorni per le persone a cui non è stato riconosciuto il bisogno di protezione internazionale.