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Le tigri ritornano a popolare il nostro Pianeta

Buone notizie per tutti gli animalisti. Per la prima volta negli ultimi cento anni la popolazione di uno dei più grandi felini del Pianeta, che si distingue per il suo splendido manto color rosso arancione, è tornata a crescere. Secondo i recenti dati pubblicati dal WWF attualmente sarebbero 3.890 le tigri esistenti in natura.

Come ha dichiarato Marco Lambertini, direttore generale del WWF Internazionale: «Questa notizia ci dà grande speranza e ci mostra che possiamo salvare le specie e i loro habitat quando i governi, le comunità locali e chi lavora nel campo della conservazione lavorano insieme».

Nel 2010, il numero delle tigri era diminuito toccando il livello record negativo di 3.200, situazione che aveva fatto mettere in atto un piano d’emergenza con l’obiettivo principale di raddoppiare il numero degli esemplari entro il 2022, un’attività cui hanno aderito 13 Paesi dove il felino è maggiormente presente.

Pertanto, si tratta di un grande risultato reso possibile grazie a diversi fattori a partire dagli sforzi di conservazione della specie compiuti in particolare da India, Russia, Nepal e Bhutan.

L’India, non a caso, con più di 2.200 tigri, rappresenta il Paese con la maggiore presenza di questi felini, seguita dalla Russia con 433 esemplari e dall’Indonesia con 371. Tuttavia, permangono delle zone in cui si registra un trend negativo come ad esempio in Bangladesh dove il numero è sceso a 106 dai 440 esemplari del 2010.

Particolare attenzione merita il notevole contributo ai programmi in corso pervenuto dalla Leonardo DiCaprio Foundation, con più di 6 milioni di dollari. Come ha dichiarato lo stesso Leonardo Di Caprio: «Assieme al WWF la mia Fondazione ha sostenuto grandi sforzi per raddoppiare il numero di tigri allo stato selvatico. In Nepal in particolare il nostro impegno ha prodotto grandi risultati: sono orgoglioso dei risultati raggiunti anche grazie al nostro sforzo, ma c’è ancora tanto da fare per salvare dall’estinzione questo animale straordinario».

Il bracconaggio e la perdita dell’habitat causato dalla deforestazione costituiscono ancora le principali minacce per questa specie a rischio d’estinzione.

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Redazione