Il progetto si chiama “Le tue scarpe al Centro” ed è un’iniziativa che è partita dall’Emilia Romagna con lo scopo di raccogliere calzature da ginnastica ormai non più utilizzabili per farne un granulato di gomma morbida che servirà a realizzare tappetini destinati alle aree gioco delle zone colpite dal terremoto lo scorso anno.
Un’idea all’insegna della sostenibilità ambientale che coniuga riciclo, solidarietà ed economia circolare quella promossa da varie associazioni tra cui Arpae, Ceas La Raganella (Unione Comuni Modena) insieme ai gestori di rifiuti dei relativi territori. L’obiettivo è facilmente intuibile: regalare una nuova vita ai materiali altrimenti destinati alla discarica per trasformarli in qualcosa di prezioso per bambini che hanno dovuto subire la terribile esperienza del terremoto.
Le tue scarpe al Centro coinvolge in maniera attiva i più giovani, impegnati – grazie alla collaborazione della Regione, di 48 Comuni e 7 gestori di rifiuti – nella raccolta di vecchie scarpe da tennis tra scuole, oratori, palestre e centri sportivi.
Il progetto si suddividerà in due fasi. Durante la prima, che coprirà tutto il periodo invernale, ci si dedicherà alla realizzazione di materiali per coinvolgere quanta più gente possibile. Nella seconda fase, che avrà inizio durante la prossima primavera, tutta la comunità sarà chiamata a partecipare ai numerosi eventi che, tra gli altri obiettivi, avranno come scopo appunto quello di raccogliere il maggior numero di scarpe da ginnastica possibile.
Rudi Accorsi, assessore all’Ambiente dell’Unione Comuni modenesi area nord, ha dichiarato attraverso il sito di Arpae: «Per raggiungere gli importanti obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti che gli enti locali si sono dati, occorre investire sulla cultura del riutilizzo e dell’economia circolare con azioni come questa, per trasmettere alle giovani generazioni una cultura che offre una seconda o una terza vita agli oggetti, rendendo un servizio all’economia e favorendo la convivenza tra benessere e rispetto dell’ambiente».