Il saggio è uno stimolo a renderci più consapevoli nella realtà di oggi e provocare una visione del mercato basata sulla persona e non sull’individuo, sulla felicità pubblica e non sulla ricchezza.
Ripercorre il senso dell’economia civile intesa come processo o movimento culturale, inclusivo ed eterogeneo, ma soprattutto colpisce la definizione di economia civile come sinfonia, vissuta e rivissuta mentre la si esegue, sulla base di uno spartito scritto, ove i protagonisti sono tutti: gli interpreti, il direttore d’orchestra, gli ascoltatori.
Ogni capitolo è preceduto da una citazione (Shakespeare, Epicuro, Dante…); tra le tante riportiamo quella di Platone “Il solco sarà diritto se i due cavalli che trainano l’aratro procedono alla stessa velocità”.
Gli autori, luminari del settore, vanno oltre il capitalismo finanziario di oggi e affrontano argomenti profondi, guardando il mondo dagli occhi di un bambino nato in Congo o di un bambino che nascerà in Europa tra 20 anni. Si pongono domande su quello che sarà il modello di vita e di sviluppo del domani.
Ricco di spunti di storia ed economia, finanza e politica, è una lettura che orienta, tra passato, presente e futuro.
Interessante è la parte dedicata al PIL, questo nome breve e asettico che certamente non indica la felicità, il benessere, la qualità della vita, ma solo il valore dei beni o servizi prodotti. Ma ancora qui si denota la provocazione degli autori rispetto a cosa c’è di buono dietro le attività legate ai giochi d’azzardo o alle slot machine, se creano solo posti di lavoro ma non benessere.
Da sottolineare i capitoli sui beni comuni e sulla responsabilità sociale delle imprese e del consum-attore, ricchi di riflessioni e approfondimenti.
Infine, evidenziamo la giusta scelta dell’immagine in copertina: un tandem verde, per andare insieme verso una stessa direzione!