La notizia è stata data dalla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti.
Si tratta di un’importante questione nazionale che prevede, da parte dello Stato, il miglioramento delle norme per gestire al meglio i beni confiscati alla criminalità organizzata utilizzandoli per fini pubblici, sociali, e civili.
L’ultimo dato dimostra come i beni confiscati rappresentino una grande ricchezza: soltanto in un anno, dal 1 agosto 2014 al 31 luglio 2015, sono stati sequestrati alla criminalità organizzata 14.530 beni, per un valore di 5,6 miliardi di euro, e confiscati 3.801 (678 milioni di valore).
«L’obiettivo è semplificare, razionalizzare il procedimento delle misure di prevenzione», come spiega la parlamentare Ferranti, «e dare la possibilità di selezionare le aziende confiscate che hanno sbocchi di produttività in modo che l’intervento dello Stato con la confisca non sia a danno dell’occupazione come avviene spesso oggi. E d’altra parte non si può fare assistenzialismo alle aziende che vengono confiscate, è necessaria quindi innanzitutto una forte professionalità di giudici e amministratori giudiziari per verificare quali di queste aziende hanno effettiva possibilità di ripresa e attuare questo supporto».
La riforma prevede diverse novità tra cui: l’aumento dei dipendenti, da 100 a 300 lavoratori, per l’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati; lo spostamento della sede principale da Reggio Calabria, che diventerà sede secondaria, a Roma; guida dell’Agenzia da parte della presidenza del Consiglio dei ministri e direzione affidata non per forza a un prefetto ma a un possibile manager.