E’ stato presentato a Roma il Progetto di sviluppo locale La RES – Rete di economia sociale, promosso dal Comitato don Peppe Diana e sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, nell’ambito del quale alcune cooperative sociali della provincia di Caserta hanno realizzato una rete d’imprese (Contratto di Rete “Rete di imprese per lo sviluppo locale”) che, guidate dal Consorzio NCO, hanno l’obiettivo di rendere produttivi i beni confiscati alla camorra nella provincia di Caserta.
Grazie a tale Contratto di Rete sono nate tre filiere innovative di economia sociale: agroalimentare, comunicazione sociale e turismo responsabile.
Nello specifico, la filiera agroalimentare ha valorizzato una delle vocazioni del territorio casertano, quella agricola ed enogastronomica, e ha favorito anche il reinserimento lavorativo di persone svantaggiate. I prodotti provengono da terreni confiscati e sono già venduti in diverse parti del mondo, anche attraverso il “Pacco alla Camorra”, altra iniziativa promossa dal Comitato don Peppe Diana con l’associazione Libera e Fondazione Con il Sud nell’ambito del progetto “Rete di Economia Sociale”.
La filiera della comunicazione sociale, invece, ha permesso la nascita di un’agenzia di comunicazione sociale a marchio “Etiket” che ha sede proprio in un bene confiscato ed è dotata di web radio/web tv e di una sala di incisione musicale.
Infine, la filiera del turismo responsabile ha reso possibile realizzare i “Viaggi sulle terre di don Peppe Diana”, ossia itinerari turistici per far scoprire i luoghi di vita del prete assassinato dalla camorra nel 1994 e le pratiche d’impegno civile nate dal suo sacrificio. Si tratta di un modo per valorizzare il territorio puntando sull’offerta turistica, ma anche sulla sensibilizzazione e sull’impegno delle persone che hanno combattuto in nome della legalità.
Come sottolinea Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud: «il nostro Sud ha un grande bisogno di progetti come questo, che coniugano l’aspetto più ideale della giustizia sociale con quello più concreto della legalità e dello sviluppo dei territori partendo dal capitale umano e sociale e, in questo caso, anche da quello materiale oltre che simbolico dei beni confiscati alla camorra. Una visione dello sviluppo che appartiene a oltre 800 progetti che abbiamo sostenuto in questi anni e che speriamo riesca a contagiare anche i decisori politici ed economici del nostro Paese».