Sono circa 947 i reati penali e le violazioni amministrative accertati, 1.185 le persone denunciate e 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro. Contestato in 118 casi il nuovo delitto di inquinamento e per 30 volte il disastro ambientale. Questo è quanto emerge dal dossier “Ecogiustizia è fatta” di Legambiente che traccia un bilancio dei primi otto mesi di applicazione, dal 29 maggio 2015 al 31 gennaio 2016, della nuova legge sugli ecoreati, la legge n. 68 del 2015, che ha introdotto nel nostro Codice penale il Titolo VI-bis in materia di delitti contro l’ambiente.
Come ha dichiarato il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani: «I risultati dei primi 8 mesi di applicazione della nuova legge sugli ecoreati, fortemente voluta dalla nostra associazione, stanno dimostrando tutta l’efficacia del nuovo sistema sanzionatorio. Per rendere ancora più efficace il contrasto agli ecocriminali è ora fondamentale attivare una grande opera di formazione per tutti gli attori della repressione dei reati ambientali, a partire dai magistrati e dalle forze dell’ordine, procedere rapidamente alla costituzione di una grande polizia ambientale partendo dalle migliori esperienze maturate dall’Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato, e approvare una norma per snellire le procedure per abbattere le costruzioni abusive».
Si tratta di dati importanti che l’associazione ambientalista è riuscita a raccogliere grazie al contributo del Corpo forestale dello Stato, del Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza e delle Capitanerie di porto.
Il dossier mette in luce che le prescrizioni previste per i reati minori che non hanno causato danno o pericolo di danno all’ambiente, con un meccanismo di estinzione della pena, che prevede la messa in regola dell’attività in tempi prestabiliti e il successivo pagamento delle sanzioni hanno interessato circa 774 reati contravvenzionali con la denuncia di 948 persone e 177 sequestri per un valore di 13,2 milioni di euro.
Particolare attenzione merita il dato concernente i casi di applicazione del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 bis), che sono stati 118, con la denuncia di 156 persone e 50 sequestri, per un valore di più di 10,6 milioni di euro. Da evidenziare anche le 30 contestazioni di disastro ambientale, con la denuncia di 45 soggetti, gli 11 casi di impedimento al controllo, i 12 casi di delitti colposi e le 2 ipotesi di delitto di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale.
La regione dove sono stati riscontrati più ecoreati è il Lazio con ben 134, con 121 denunce e 17 sequestri, seguito dalla Campania con 95 reati contestati e il maggior numero di persone denunciate ben 137. Al terzo posto la Toscana, con 73 denunce, l’Umbria con 68, l’Emilia Romagna con 67, la Puglia con 62, la Lombardia con 58. Mentre per quanto riguarda il numero di sequestri troviamo ancora al primo posto la Puglia con 28 operazioni, seguita dalla Calabria (25), e dalla Toscana (22).
Per prevenire e contrastare l’illegalità ambientale, Legambiente suggerisce 8 proposte:
1) formare sulla nuova legge tutti gli attori del sistema di repressione dei reati ambientali;
2) definire linee guida nazionali per garantire un’omogenea applicazione della parte delle legge sui reati minori che non rientrano tra i delitti ambientali;
3) istituire un Fondo nazionale presso il Ministero dell’Ambiente;
4) rafforzare le attività d’indagine contro gli ecoreati tramite un corpo di polizia ambientale specializzato e sempre più strutturato sul territorio;
5) approvare definitivamente il progetto di legge sul sistema delle Agenzie regionali protezione ambiente calendarizzato in aula al Senato per il prossimo 5 aprile per migliorare il sistema dei controlli pubblici in campo ambientale;
6) approvare una legge efficace per lo stop al consumo di suolo e definire quanto prima nuove regole per procedere in modo più spedito all’abbattimento degli ecomostri e delle costruzioni abusive;
7) calendarizzare la discussione del testo sulle agromafie;
8) lavorare per la definizione dei delitti contro gli animali.