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#liberailtuosogno, le piazze italiane contro la tratta degli esseri umani

Palloncini liberati per colorare il cielo oggi in molte città italiane, in occasione della Giornata contro la tratta degli esseri umani nel corso della quale è stato lanciato lo slogan e hashtag #liberailtuosogno dall’Osservatorio Interventi Tratta dal Dipartimento delle Pari Opportunità.

Un gesto forse piccolo, ma con un intento grande: quello di richiamare l’attenzione dei cittadini su un tema importante come quello dello sfruttamento di uomini, donne e bambini che sono vittime della prigionia della tratta. Di qui il senso di “liberare” simultaneamente in cielo palloncini colorati, simbolo della forza dell’idea di libertà.

La Comunità Papa Giovanni XXIII prenderà parte a questa manifestazione scendendo in piazza a Verona, a Bologna e a Rimini. Da molti anni ormai la Comunità di don Benzi è impegnata in questa battaglia e in particolare contro lo sfruttamento sessuale il cui 53% delle vittime è costituito da minori. A questo proposito è intervenuto il presidente della Comunità, Giovanni Paolo Ramonda, il quale ha dichiarato: «Siamo consapevoli che è una lotta difficile, che ha bisogno di cambiamenti forti, culturali, sociali ma anche legislativi. Come Comunità stiamo chiedendo al Parlamento e al Governo italiani di varare una legge che segua il cosiddetto modello nordico».

Stiamo parlando di una legge che prevede sanzioni per chi alimenta questo mercato umano, ponendosi come cliente.

Durante lo scorso luglio la Comunità Papa Giovanni XXIII ha lanciato la campagna “Questo è il mio corpo” allo scopo di tutelare le vittime della tratta a scopo di prostituzione, con l’obiettivo di alimentare una proposta di legge che identifichi il cliente come complice dello sfruttamento ed evidenzi, al contempo, la situazione di schiavitù in cui versano donne, uomini e minori.

Una campagna che, se da un lato ha lo scopo di spronare il Governo a predisporre delle misure a tutela degli “schiavi della prostituzione”, dall’altro si rivolge proprio ai singoli cittadini, così come alle associazioni e agli enti locali per generare consapevolezza sul tema ed esercitare una pressione importante sul Parlamento.

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Redazione