Più volte, in questi mesi, abbiamo affrontato il tema delle cooperative di comunità sia come stimolo alla rigenerazione dell’intera esperienza cooperativa, sia come originale modalità di partenariato pubblico-privato, sia come strumento efficace di sostegno ai processi di sviluppo locale. L’occasione ci è stata fornita, in particolare, dalla presentazione del III Rapporto Euricse Economia cooperativa. Rilevanza, evoluzione e nuove frontiere della cooperazione italiana (leggi l’articolo e l’articolo).
In questi giorni Euricse torna sulla questione con il “Libro bianco – La cooperazione di comunità. Azioni e politiche per consolidare le pratiche e sbloccare il potenziale di imprenditoria comunitaria”, scritto a più mani da Carlo Borzaga, Gianluca Salvatori, Jacopo Sforzi, Flaviano Zandonai, Riccardo Bodini e Pierangelo Mori.
Il testo è stato presentato nell’ambito del XI edizione del Festival dell’Economia di Trento “I luoghi della crescita”, nel corso dell’incontro dal titolo “Comunità cooperative per rigenerare economie di luogo” che ha visto gli interventi di Carlo Borgomeo, Carlo Borzaga, Mario Calderini e Marina Castaldo. L’iniziativa, a cura della Federazione trentina della Cooperazione e di EURICSE – European Research Institute on Cooperative and Social Enterprise, si è soffermata sulle modalità in cui “i soggetti dell’economia sociale riconoscono nel territorio un elemento costitutivo della loro missione. Le trasformazioni profonde della dimensione comunitaria richiedono un loro riposizionamento altrettanto significativo, che ridefinisca i fondamenti della coesione sociale”.
Come si legge nella presentazione del Libro bianco sul portale di Euricse “negli ultimi anni le cooperative di comunità hanno acquisito una crescente rilevanza. Oggi queste realtà rappresentano un nuovo modello di cooperazione che nasce dal basso, per garantire servizi e beni in grado di soddisfare diversi bisogni della comunità, rilanciando al contempo lo sviluppo socio-economico dei territori. Le cooperative di comunità sono la dimostrazione che la socialità può entrare nell’ambito economico incentivando l’innovazione e lo sviluppo in contesti diversi, urbani tanto quanto rurali o periferici, spesso in modo più efficace rispetto sia agli interventi pubblici sia alle eventuali risposte del mercato vincolate dal profitto.
L’obiettivo del Libro bianco è quindi di dimostrare l’esistenza di un universo di iniziative che si riconoscono nell’economia cooperativa, di sintetizzare gli elementi base di una cooperativa di comunità, allo scopo di chiarirne le specificità e gli strumenti che dovrebbero caratterizzarla e di sviluppare un quadro di interventi orientati a promuovere la nascita e il consolidamento di questo nuovo modello imprenditoriale”.
Di seguito l’introduzione di Jacopo Sforzi; per chi volesse consultare il testo integrale andare al link.
Perché un Libro bianco? di Jacopo Sforzi
Questo libro bianco è dedicato alla cooperazione di comunità. Si tratta di un tema che negli ultimi anni ha acquisito una crescente rilevanza. La cooperazione di comunità è ritenuta un modello di cooperazione efficace per contrastare le recenti trasformazioni economiche e sociali che influenzano negativamente lo sviluppo sia di comunità rurali, situate in aree marginali caratterizzate da problemi di isolamento, spopolamento, mancanza di servizi essenziali, scarse opportunità di reddito per gli abitanti, sia di comunità urbane caratterizzate dalla presenza di quartieri degradati, di aree dismesse e fenomeni di marginalità sociale.
L’obiettivo del libro bianco è triplice:
- dimostrare che esiste un pluriverso di iniziative che si riconoscono nell’economia cooperativa, intesa come principio di regolazione e modello d’impresa, la possibilità di rifondare le basi dello sviluppo economico e sociale;
- sintetizzare i principali elementi che contraddistinguono la cooperativa di comunità allo scopo di chiarirne le specificità e gli strumenti che dovrebbero caratterizzarla e di stimolare la riflessione e il dibattito su questa tipologia di impresa cooperativa;
- sviluppare un quadro di interventi orientati a promuovere la nascita e il consolidamento di questo nuovo modello imprenditoriale facendo emergere il potenziale di imprenditoria su base comunitaria presente nei diversi territori del paese, attraverso anche progetti pilota finalizzati alla sperimentazione di questi modelli cooperativi.
Il lavoro è organizzato nel modo seguente.
Il primo capitolo inquadra il fenomeno delle cooperative di comunità e le principali motivazioni che sono all’origine della nascita di organizzazioni dal basso orientate a offrire nuove soluzioni adeguate ai cambiamenti che numerose aree rurali e urbane stanno affrontando.
Il secondo capitolo mette in evidenza l’importanza e il contributo del meccanismo cooperativo inteso sia come modello di impresa che opera seguendo logiche di condivisione, inclusione e attenzione soprattutto ai portatori di bisogni rispetto ai portatori di capitale, sia come principio di regolazione capace di dare vita a inediti modelli di comunità che promuovono forme diverse di produzione e consumo su base comunitaria.
Il terzo capitolo analizza i principali requisiti che una cooperativa di comunità dovrebbe possedere per giustificare la definizione di una nuova tipologia cooperativa esplicitamente orientata allo sviluppo della comunità locale. Quindi approfondisce gli aspetti specifici e gli strumenti che contraddistinguono le cooperative di comunità rispetto alla tradizione del movimento cooperativo. Infine, presenta alcuni esempi delle diverse attività che le cooperative di comunità possono svolgere e delle diverse tipologie che esse possono assumere in relazione ai bisogni e agli interessi delle comunità locali.
Il quarto capitolo identifica e propone alcune linee guida orientate a individuare una varietà di dispositivi e risorse utili per promuovere e sostenere lo sviluppo di forme imprenditoriali su base comunitaria. Lo scopo di questo policy framework è duplice: collocare con maggiore precisione la strumentazione normativa già disponibile nel quadro legislativo vigente e calibrare eventuali ulteriori interventi normativi a livello nazionale; rilanciare il ruolo del movimento cooperativo in un ambito imprenditoriale che, per le sue caratteristiche costitutive, chiama la cooperazione ad assumere una nuova posizione di leadership.
L’ultimo capitolo è dedicato a elaborare alcune proposte di azione orientate a promuovere e sostenere lo sviluppo dell’impresa di comunità, con particolare riguardo alla sua declinazione in forma cooperativa. Queste proposte riguardano gli strumenti e le misure finalizzate a: i) valorizzare i principali fattori endogeni ed esogeni che alimentano il processo di sviluppo delle imprese di comunità; ii) facilitare le forme di partecipazione e di condivisione dei progetti di imprenditoria comunitaria da parte dei diversi soggetti portatori di interessi (stakeholders) e di risorse (asset holders); iii) individuare politiche pubbliche in grado di attivare la società civile nelle sue diverse forme ed espressioni e di ridisegnare il ruolo della funzione pubblica nella gestione di beni e servizi di pubblica utilità.