Recentemente l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie) ha condotto uno studio per il Wwf Italia in merito a proposte di sviluppo eco-sostenibili che, a partire dalla Liguria, contenessero criteri di ripetibilità anche in altri territori.
Il rapporto, chiamato “Liguria, proposte per un modello di sviluppo nearly zero emissions”, ha valutato la possibilità della Regione di dare il via a “una transizione verso un modello basato su tecnologie e sistemi in grado di ridurre le emissioni di gas serra e, di conseguenza, l’impatto dei cambiamenti climatici ma anche di promuovere l’efficienza energetica, favorire lo sviluppo e l’innovazione del sistema produttivo e incrementare i livelli occupazionali, seguendo i principi di un’economia circolare”.
Stando ai risultati emersi dallo studio di analisi e ricerca i risultati sono molto positivi: in termini occupazionali emerge che entro l’arco temporale di 15 anni potrebbero nascere più di 4.500 nuovi posti di lavoro, continuando nel frattempo a investire nelle energie rinnovabili per un importo medio pari a 391 milioni di euro annui.
Nel report si sottolinea come il processo di decarbonizzazione della Regione realizzerebbe il duplice obiettivo di ridurre di circa 6 milioni di tonnellate annue di emissioni di CO2 e dare vita a nuove possibilità lavorative.
A partire dalla Liguria, dunque, sarebbe possibile dar vita a un modello di sviluppo sostenibile ripetibile anche presso altre realtà territoriali puntando fondamentalmente su cinque settori: fonti rinnovabili elettriche, rinnovabili termiche, accumulo elettrochimico in batterie, risparmio energetico nell’edilizia e sistema dei trasporti sostenibile.
Sempre che, naturalmente, non si trascuri la costanza degli investimenti che, se pari a 1.666 milioni di euro all’anno su fonti rinnovabili elettriche e termiche, permetterebbe alla Liguria di coprire il 40% del fabbisogno energetico necessario.
Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia, riguardo ai risultati emersi dal report ha commentato: «Questo studio dimostra in modo chiaro e inequivocabile come già oggi esistano una serie di soluzioni concrete che consentirebbero di fare rotta verso un’economia a bassissime emissioni, capace cioè di contrastare la minaccia dei cambiamenti climatici e, allo stesso tempo, creare nuova occupazione, più durevole e sostenibile».