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Living planet WWF, cambiare modo di ragionare per salvare il Pianeta

Secondo il nuovo rapporto del WWFLiving planet” entro il 2020 la fauna nel mondo potrebbe subire un vero e proprio crollo, fino al 68%, vale a dire oltre due terzi di quella attuale. Colpa dell’uomo e delle sue attività, che sono alla base delle modifiche climatiche e ambientali. Il WWF ci fa sapere per esempio che tra il 1970 e il 2012 le popolazioni di uccelli, pesci, mammiferi, anfibi e rettili si sono ridotte del 58%, quindi se non si attuano misure urgenti tra qualche anno la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare, nonostante l’accordo di Parigi sul clima.

Da solo, infatti, quell’accordo non sarebbe sufficiente se non accompagnato da un cambio di rotta totale del comportamento umano rispetto all’ecologia, secondo la nota organizzazione ambientalista. «Ci comportiamo come se ci fosse ancora un far west da conquistare sulla nostra Terra, mentre tutto quello che l’uomo poteva sfruttare, di fatto l’ha già sfruttato, e il mondo selvaggio sta scomparendo a un ritmo senza precedenti», dice a chiare lettere il direttore scientifico di WWF Italia Gianfranco Bologna.

E non a torto, se prendiamo in esame i numeri succitati presenti nel rapporto. Al rispetto dell’accordo di Parigi, l’organizzazione ambientalista ricorda che è di fondamentale importanza tenere conto dell’applicazione di tutte quelle misure tese a tutelare la biodiversità in ogni Paese del mondo, coerentemente con una revisione del sistema alimentare ed energetico.

Il nuovo report WWF è un documento di grande interesse anche perché, al suo interno, contiene delle soluzioni per un’Italia sostenibile che dovrebbe, in futuro, puntare in maniera decisa e in forma concreta verso le energie rinnovabili, attuando forti investimenti ed eliminando progressivamente l’utilizzo di combustibili fossili. Aspetto, questo, che peraltro si sposa felicemente con quanto previsto dall’Agenda 2030 e i relativi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altro punto importante della ricerca WWF è quello che riguarda attualmente l’agricoltura; essa occupa circa un terzo della superficie totale del Pianeta e impegna il 70% del consumo di acqua, in un contesto in cui 50 Paesi denunciano una chiara situazione di carenza della stessa. Investire in buone prassi, evitare lo sfruttamento costante di territori esausti, cambiare modo di ragionare, sono in estrema sintesi quanto il WWF invita a fare.

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Redazione