Riparte il futuro, la nota comunità sociale e digitale anti-corruzione, lancia una nuova campagna: #OcchiAperti. Allo scopo di far conoscere questa nuova iniziativa, è stato appena pubblicato un report dal titolo “Eppur si muove” focalizzato sulla regolarizzazione e regolamentazione delle lobby in Italia.
Generalmente, quando si legge la parola lobby vengono in mente i cattivi, gli sfruttatori, coloro che approfittano di ogni situazione per monetizzare. Non è proprio così: se è vero che esistono lobby con interessi egoisticamente speculativi che fanno cartello, è altrettanto vero che ce ne sono altre che agiscono in modo positivo e a favore della gente.
Attualmente, purtroppo, in Italia manca una legge sulle lobby, tanto più che un diffuso e generale pensiero continua ad associare questa parola a scambi o favori illeciti che coinvolgono principalmente il mondo politico. Sarebbe invece auspicabile cominciare a cambiare questa visione a senso unico delle lobby che potrebbero invece agire in sinergia con la politica.
Quale il primo passo? La trasparenza.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha istituito infatti un Registro per la Trasparenza, dimostrando come sia possibile rendere chiare le interazioni tra il Ministero e i lobbisti, i quali, per poter accedere a incontri con i vertici di quel Ministero devono iscriversi a quel Registro. Un elenco, insomma, di “portatori di interesse” dichiarati, il che non significa che l’interesse non sia di pubblica utilità.
Il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini, da qualche tempo pubblica online l’agenda dei suoi incontri con questi portatori di interesse. E spiega infatti: «L’attività di rappresentanza degli interessi conquista legittimità se diventa un momento di partecipazione democratica in ragione degli impatti che una decisone pubblica può avere non solo su un’organizzazione ma anche sulla collettività».
Un altro passo è stato fatto dall’On. Pino Pisticchio il cui testo per il Regolamento della Camera è stato approvato dalla Giunta e impone ai deputati un codice etico quando «un interesse personale rischia di influenzare indebitamente l’esercizio delle sue funzioni».
Ci si augura quindi che venga ripreso il dibattito su un disegno di legge che regolamenti l’attività delle lobby e che venga improntato ala massima trasparenza, ricordando che c’è un progetto di legge, magari un po’ obsoleto, fermo in qualche cassetto della Camera dal 1976. Quale occasione migliore dell’arrivo della primavera per spolverare quel cassetto?