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L’Oms ripete: stop a carbone e petrolio o sarà ecatombe

Nuovo record registrato nella storia dell’umanità ma negativo. Il mese di giugno di quest’anno è stato in assoluto il più caldo di sempre, almeno da quando le temperature vengono costantemente misurate e quindi dal 1880. L’annuncio è stato della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) che ha fatto notare come la temperatura globale abbia toccato quota 15,5°C, una soglia preoccupante che ha superato di 1,05° la media del secolo scorso.

I dati della Noaa avvalorano quanto dichiarato dall’Oms nel corso della seconda conferenza globale sulla salute e sul clima che si è tenuta a Parigi lo scorso 7 e 8 luglio – anche in vista della prossima Cop22 che si svolgerà in Marocco a novembre – quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha preventivato un aumento vertiginoso dei decessi, 250.000, causati dai cambiamenti climatici.

Ma non solo, a causa dell’inquinamento ambientale i morti saranno 7 milioni, con l’aggravante ulteriore di colpire le fasce più deboli della popolazione e quindi bambini, anziani, indigenti e malati cronici. L’aspetto inquietante di questa faccenda è che la situazione sarebbe evitabile, come dichiarato dall’Organizzazione mondiale della sanità, posto che si punti a limitare in modo drastico l’impiego di carbone e petrolio. Entrambi, com’è noto, producono emissioni atmosferiche nocive causando un numero elevato di decessi prematuri, ragion per cui un cambio di rotta in tal senso è l’unica soluzione ragionevole. All’Oms si è aggiunto l’appello del Wwf che sottolinea qualcosa di importante ed evidentemente non così scontato per tutti: «Anche se gli altri inquinanti “mortali” dovessero venir ridotti in modo significativo i combustibili fossili continuerebbero ad emettere CO2».

Insomma, carbone e petrolio vanno eliminati. Non sono sostenibili in nessun senso, neanche da un punto di vista economico, ammalano milioni di persone ogni anno in tutto il mondo con costi che l’Oms stima compresi tra i 2 e i 4 miliardi di dollari entro il 2030, al cospetto di un pressoché insignificante 1,5% di finanziamenti internazionali destinati alla salute.

La soluzione, sia da un punto di vista economico che da quello che fa riferimento alla salute, sta nella riconversione dei settori chiave come quello dei trasporti e dell’energia che dovrebbero erogare servizi in maniera pulita, come sta anche nella messa in atto reale dell’intesa raggiunta in occasione della Cop 21 in cui i governi mondiali s’erano accordati per mantenere il livello di riscaldamento globale al di sotto di 2°C.

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Redazione