Niente più sigarette scontate all’interno del territorio del Vaticano. A promuovere il giro di vite contro i fumatori è stato proprio papa Francesco che, pur cosciente che gli incassi relativi ai tabacchi servano ad incrementare le casse del Vaticano, ha deciso di mettere al primo posto la salute delle persone. Un segnale molto forte, quello lanciato dal Pontefice, che se non piacerà ai malati di tabagismo, senza dubbio piace a chi sa che la vita è più importante di una sigaretta.
Così come lo sa la Walce Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe), l’associazione europea che si occupa dei pazienti affetti da tumori toracici, che proprio in questi giorni ha lanciato una campagna dal titolo “Speriamo che sia…l’ultima”. L’iniziativa è partita da Torino e poi raggiungerà Napoli, Padova e Bari, con un servizio di counseling e attività promosse dai centri ginecologici e ostetrici in collaborazione con le divisioni di oncologia e con personale medico pneumologico.
Il target di riferimento è, infatti, proprio quello delle mamme sulle quali si prova a far leva nell’interesse dei propri figli. Stando ai dati, infatti, una mamma su quattro continua a fumare dopo aver partorito, nonostante sia consapevole dei gravi danni alla salute provocati dal tabagismo. Così come aumenta in Italia il numero delle fumatrici, contrariamente a quello degli uomini che sta diminuendo: da 4,6 milioni del 2016 a 5,7 milioni di quest’anno. Un cambiamento che si riflette anche sul numero di casi di tumore al polmone, quelli nuovi tra le donne sono in aumento del 3% ogni anno.
Nell’ambito della campagna di sensibilizzazione, alle donne verrà regalato l’orsetto di peluche ‘Ector the Protector Bear’ che tossisce se esposto al fumo di sigaretta o di altri prodotti a base di tabacco. L’iniziativa ha anche l’obiettivo di informare le donne sui danni a cui espongono se stesse e i figli, poiché fumare provoca anche aborto spontaneo, parto prematuro, aumento della mortalità perinatale e infantile, basso peso alla nascita e ritardi nella crescita cognitiva.
«Durante i primissimi anni di vita», spiega Silvia Novello, presidente di Walce e docente di Oncologia Polmonare all’Università di Torino, «il fumo passivo può portare a morte improvvisa del lattante in culla, infezione delle vie respiratorie, asma bronchiale, sintomi respiratori cronici e otite acuta. E inoltre aumenta il rischio di diverse malattie oncologiche».