Se tu fossi il sindaco di Roma, quale problema della città affronteresti per primo? Quale intervento privilegeresti per valorizzare le periferie? Quale intervento consideri più urgente per assicurare ai cittadini più sicurezza dalla microcriminalità? Quale provvedimento adotteresti con più urgenza per migliorare la qualità del trasporto pubblico locale? Queste sono solo alcune delle domande del sondaggio “Se io fossi il sindaco di Roma” realizzato dall’Eurispes in collaborazione con l’Istituto Dante Alighieri di Roma, nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro promosso dal Miur.
L’indagine, svolta nel mese di maggio 2016, ha coinvolto 369 ragazzi di età compresa tra i 15 e i 20 anni intervistati in cinque scuole romane e nella comunità di Sant’Egidio, al fine di costituire un campione rappresentativo delle diverse zone della città e delle differenti condizioni di vita dei ragazzi romani.
Dalla ricerca emerge che il 29% dei giovani intervistati, chiamati a immedesimarsi nel ruolo di primo cittadino della Capitale, dichiara che il problema che affronterebbe prima di tutto sarebbe la corruzione, piaga di un sistema che ha trovato in Mafia Capitale la sua più clamorosa conclamazione.
Per il 18,2% dei ragazzi, invece, il problema più importante da fronteggiare è quello relativo alla sporcizia e al degrado in cui la città romana ormai versa da anni e che interessa maggiormente le aree periferiche senza però escludere le zone centrali.
Su percentuali sopra il 10% si posizionano poi sia il cattivo funzionamento dei mezzi pubblici (11,9%), di cui le fasce giovanili sono considerevoli fruitori, sia la criminalità (11,6%).
Circa uno studente su dieci, ossia il 9,1%, riconosce nella povertà il punto più vulnerabile su cui intervenire subito, mentre per il 6,6% è la manutenzione di strade e tombini a richiedere un tempestiva azione.
Inoltre, per quanto concerne il problema del traffico, che affligge i lavoratori che usano le strade romane, è interessante osservare come sia sentito prioritario soltanto dal 2,3% dei giovani, che volgono maggiormente l’attenzione ad affrontare l’allarme terrorismo (4,5%).