I progetti volti a contrastare lo spreco alimentare nell’Ue risultano frammentati e sporadici, inoltre la Commissione non esercita del tutto il suo ruolo di coordinamento e il suo proposito su questo tema così delicato è scemato nel tempo.
A denunciare tale situazione è la Corte dei Conti europea nel rapporto “Lotta allo spreco di alimenti: un’opportunità per l’Ue di migliorare, sotto il profilo delle risorse, l’efficienza della filiera alimentare”.
La relazione si basa su audit in 5 Stati membri, tra cui il nostro Paese, soprattutto nella Regione Lazio. La Corte mette in evidenza che, sebbene la questione sia ampiamente trattata da anni nelle istituzioni europee e non solo, la mancanza di una definizione comune di spreco alimentare e di parametri condivisi per stimarlo, così come la presenza di ostacoli amministrativi che frenano la possibilità di donazione, impediscono un’azione coesa e chiara per combattere lo spreco di cibo a livello Ue.
Dal rapporto si legge che le politiche che dovrebbero occuparsene come ad esempio quelle agricole, della pesca e dell’ambiente, non operano in maniera coordinata.
Una nota positiva, invece, riguarda la valutazione dei revisori su elementi come le misure dei programmi di sviluppo rurale indirizzati a limitare gli sprechi e i messaggi educativi che accompagnano misure Ue come ad esempio la campagna “frutta nelle scuole”.
Come ha affermato Bettina Jakobsen, membro della Corte responsabile della relazione: “Ciò che serve ora è un maggior allineamento delle politiche esistenti, un miglior coordinamento e il chiaro obiettivo politico di ridurre lo spreco alimentare”.