La prima notizia è stata diffusa a dicembre scorso, quando il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica ha informato che il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), nell’ambito di un pacchetto di progetti di ricerca per complessivi 32,5 milioni di euro, aveva finanziato il progetto Sass“Sistemi Alimentari e Sviluppo Sostenibile”.
L’iniziativa è stata promossa dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’European Centre for Development Policy Management (ECDPM), l’Università degli Studi di Pavia, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Il progetto prevede lo sviluppo di azioni di ricerca innovativa e responsabile su tematiche chiave dello sviluppo delle realtà africane con particolare riferimento ad ambiente e produttività agricola, food policy, sostenibilità e sviluppo economico, filiere alimentari (dal campo alla tavola), sostenibilità sociale, ambientale e climatica.
Oggi il progetto, finanziato attraverso il Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca (Fisr), prende ufficialmente il via. Per molti aspetti è figlio dell’impegno culturale e del confronto internazionale consolidati durante Expo 2015. Il progetto, inoltre, si inserisce nell’ambito del programma globale di sviluppo dell’agricoltura in Africa (CAADP), frameworkper la trasformazione agricola, la creazione di ricchezza, la sicurezza alimentare e l’alimentazione, la crescita economica e la prosperità. Avviato nel 2003 il CAADP interessa oltre 40 Stati membri dell’Unione africana e ha consentito che ben 33 di essi sviluppassero piani nazionali di agricoltura e piani di investimento per la sicurezza alimentare determinando un sensibile miglioramento della pianificazione agricola.
Come chiarisce Massimo Labra, docente di Biologia Vegetale e coordinatore del progetto presso l’Università Bicocca, “Sass mapperà e analizzerà i sistemi alimentari locali in tre diversi contesti dei Paesi africani: aree naturali, aree agricole e contesti urbani e periurbani. Condivideremo e discuteremo obiettivi e azioni della ricerca con gli stakeholders locali per capire insieme quali sono le strategie migliori da adottare per rendere gli attuali sistemi agricoli e di produzione alimentare più sostenibili ed efficienti in vista delle sfide sociali future ma anche dei cambiamenti climatici in atto”.
Di seguito la nota stampa diffusa ieri da Adnkronos.
Favorire lo sviluppo di sistemi alimentari e agricoli sostenibili in Africa mediante strategie di innovazione scientifica e socio-economica e attraverso la collaborazione con istituzioni e governi locali. È l’obiettivo del progetto Sass (Sistemi Alimentari e Sviluppo Sostenibile) avviato da un consorzio guidato dall’Università di Milano-Bicocca al quale partecipano Università Cattolica, Università di Pavia, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e European Centre for Development Policy Management di Maastricht.
Il consorzio si avvarrà anche della collaborazione di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Milan Center for Food Policy and Law. Saranno inoltre coinvolti Fao, Bioversity International e istituzioni locali in Kenya e Tanzania come NaivashaBasinSustainabilityInitiative, Oikos, la Nelson Mandela University insieme alle strutture di governo locali.
Il progetto è finanziato per 3 milioni di euro dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca attraverso il Fondo integrativo speciale per la ricerca (Fisr).
Il progetto ‘Sass’ declina la sostenibilità in tre direzioni principali: ambientale, economica e sociale con obiettivi specifici nei diversi ambiti. Nel contesto dei sistemi agricoli l’obiettivo è lavorare partendo dalla biodiversità locale, ovvero da quelle specie marginali ma che vengono comunque consumate nelle diete locali perché ricche di nutrienti. Il lavoro sarà rivolto alla scoperta di queste “Neglected and UnderutilizedSpecies” (‘Nus’) e alla definizione di sistemi agricoli produttivi sostenibili, capaci di preservare suolo e risorse e al tempo stesso di produrre cibo e ricchezza.
Un team interdisciplinare si occuperà non solo degli aspetti agrobiologici ma anche di quelli sociali, economici, ambientali e politici. La caratterizzazione molecolare delle specie/cultivar locali permetterà di dare valore alle Nus e di realizzare un “passaporto biologico” univoco. Questo aspetto è di particolare rilievo per la valorizzazione dell’agrobiodiversità e della ricchezza vegetale già conosciuta e sfruttata (bioprospecting), ma anche al fine di prevenire fenomeni quali la biopirateria.
Si individueranno inoltre modelli di gestione del sistema alimentare considerando le differenze e le specificità di contesti socio-economici a diverso grado di sviluppo. Si proporranno strategie per ottimizzare le filiere, creare ricchezza e salvaguardare la tipicità e l’identità del territorio.
Il progetto punta anche a promuovere il rafforzamento dei processi Africani e Ue-Africa, con focus sul “Caadp”, il processo dell’Unione Africana che coordina investimenti, politiche pubbliche e aiuti per l’agricoltura anche attraverso la collaborazione con le Agenzie Onu a Roma, il “Committee on World Food Security” e la “Global Alliance on Climate-Smart Agriculture”.
“Sass mapperà e analizzerà i sistemi alimentari locali in tre diversi contesti dei Paesi africani: aree naturali, aree agricole e contesti urbani e periurbani. Condivideremo e discuteremo obiettivi e azioni della ricerca con gli stakeholders locali per capire insieme quali sono le strategie migliori da adottare per rendere gli attuali sistemi agricoli e di produzione alimentare più sostenibili ed efficienti in vista delle sfide sociali future ma anche dei cambiamenti climatici in atto”, spiega Massimo Labra, docente di Biologia Vegetale e coordinatore del progetto presso l’Università Bicocca.
Il progetto Sass interpreta le linee guida sviluppate grazie al confronto internazionale realizzato durante Expo 2015 ed è in linea con le strategie Horizon 2020 in quanto la ricerca viene vista con un processo di innovazione responsabile condivisa con gli stakeholder. Le azioni di Sass saranno inoltre di raccordo con le sfide di Human Technopole 2040 in cui la sicurezza alimentare e la qualità della vita sono elementi centrali su cui la ricerca tecnologica dovrà operare e dove l’ateneo di Milano-Bicocca ha già previsto lo sviluppo di laboratori condivisi.