Mai più “massimo ribasso”

Lunedì 16 novembre abbiamo dato notizia della firma del Protocollo sulla legalità in materia degli appalti pubblicitra le tre principali cooperative venete Legacoop, Fersolidarietà – Confcooperative, Agci e le organizzazioni sindacali regionali Fp Cgil, Fp Cisl, Fisascat Cisl e Uil-Fpl; il primo protocollo regionale unitario tra enti datoriali e associazioni sindacali e il primo unitario in Italia in materia di appalti e legalità.

In Veneto fino ad adesso all’Albo regionale risultano iscritte 824 cooperative sociali che offrono lavoro a circa 35 mila persone e assistono quasi 500 mila cittadini.

Nello specifico, il Protocollo definisce e sollecita che l’affidamento dei servizi si realizzi secondo il criterio dell’offerta economicamente più conveniente, avendo sempre come primo obiettivo la qualità del servizio al cittadino. Oltre a ciò, le parti firmatarie chiedono l’individuazione di standard oggettivi di valutazione che tengano conto degli strumenti di qualificazione organizzativa del lavoro, della conoscenza dei problemi sociali propri del territorio e delle risorse sociali della comunità che vi risiede. Infine, le cooperative chiedono che vengano rispettate le clausole dei contratti nazionali, gli accordi regionali, territoriali e aziendali, l’applicazione della normativa di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla previdenza e assistenza.

Proponiamo ai nostri lettori il testo integrale del Protocollo. Al di là dei contenuti di dettaglio ci sembra assolutamente rilevante il metodo adottato. La convergenza tra le Centrali cooperative e le Organizzazioni sindacali apre la strada all’intesa con le stazioni appaltanti (Regioni e Comuni) e cerca di spezzare una spirale perversa nella quale convergono contrazione della spesa pubblica, abbassamento della quantità e qualità dei servizi erogati, riduzione delle retribuzioni. Si tratta, indubbiamente, di un contributo importante per la legalità, non solo perché cerca di ripristinare il rispetto delle norme, ma soprattutto perché afferma un clima competitivo basato sulla qualità dell’offerta e favorisce una sorta di controllo sociale teso a scoraggiare comportamenti scorretti e sleali.  

PROTOCOLLO SULLA LEGALITA’ IN MATERIA DEGLI APPALTI PUBBLICI

In data 12.03.2015 si sono incontrate presso la sede di Federsolidarietà Veneto a Padova le seguenti organizzazioni:

Maurizio Rizzo in rappresentanza di Fisascat Cisl

Alessandro Peruzzi in rappresentanza di FP Cisl

Pietro Polo, Nerio Veronese e Antonio Imbriani in rappresentanza di UIL FPL

Palma Sergio in rappresentanza di FP CGIL

Stefano Lupatin in rappresentanza di Federsolidarietà Veneto

Loris Cervato in rappresentanza di Legaccop Veneto

Giuseppe Zagolin in rappresentanza di AGCI Veneto

Negli ultimi anni le risorse destinate al welfare hanno subito progressive e forti contrazioni e, nella nostra regione, il settore delle cooperative sociali, che ha esercitato un ruolo di sussidiarietà nell’erogazione dei servizi pubblici ai cittadini, sta attraversando una fase di difficoltà, pur in uno scenario di tenuta generale del settore sia dal punto di vista occupazionale che dell’erogazione dei servizi. Tale difficoltà sta mettendo a rischio la tenuta occupazionale e la garanzia all’interno del sistema del welfare-mix nella garanzia dell’erogazione dei servizi.

Alla luce di ciò si ritiene che il sistema delle relazioni sindacali nella nostra regione debba continuare ad ispirarsi ad una logica di positiva costruzione di intese e debbano quindi consolidarsi le relazioni sindacali già positivamente costruite nel territorio.

La contrattazione tra le parti sociali deve essere una concreta occasione per costruire e definire un quadro di riferimento a cui attenersi per consentire alla cooperazione sociale la declinazione del ruolo e dello spirito che gli sono propri ed in questo le parti firmatarie si impegnano a sostenere la necessità di un “PATTO” tra Istituzioni, Centrali Cooperative, Cittadini, Parti Sociali, finalizzato a contrastare comportamenti anomali e quelle cooperative “spurie” che nulla hanno in comune con lo spirito e la mission cooperativistica. Solo così, con regole chiare e trasparenti, si può garantire, a fronte del momento attuale, contrassegnato da una forte crisi economica e dal venir meno delle risorse, la tenuta della sostenibilità del sistema per tutte le parti in causa, la qualità dei diritti e del lavoro, la qualità e l’efficienza dei servizi erogati.

Tutto ciò premesso

ed essendo le premesse parte integrante del presente protocollo, le parti sopra indicate

rilevano

come una conseguenza delle politiche di contenimento della spesa pubblica sia la scelta di privilegiare da parte degli enti pubblici il criterio del prezzo più basso nell’affidamento dei servizi (cosiddetto “massimo ribasso”) senza porre garanzie sui diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori e spesso a discapito degli standards di qualità, efficienza e quantità delle prestazioni in grado di rispondere pienamente ai bisogni dei cittadini;

precisano

che il comma 1 dell’art. 12 della legge regionale 23/2006 prevede che nella scelta dei contraenti l’offerta viene valutata prendendo a riferimento elementi oggettivi diversi dal solo criterio del massimo ribasso:

che l’allegato A della Deliberazione della Giunta Regionale n. 4189/2006 stabilisce che deve comunque essere escluso il ricorso al criterio del massimo ribasso, dovendosi optare per quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa;

segnalano

che gli enti pubblici e le loro società partecipate, fatte salve alcune lodevoli eccezioni, procedono ad indire appalti senza tenere conto del costo del lavoro così come definito dalle tabelle ministeriali e come previsto dal comma 3 – bis dell’art. 86 del decreto legislativo 163/2006.

A tal proposito si avanzano le seguenti considerazioni:

  1. l’aggiudicazione, escludendo a priori il sistema del prezzo più basso, deve avvenire, essendo attualmente in vigore, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa il cui obiettivo e la cui finalità deve essere quella di privilegiare la qualità, anche al fine di contrastare la concorrenza sleale e dumping sociale e salariale, individuando specifici ed oggettivi standards che garantiscano la qualità dei servizi offerti e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori soci e non soci; che tengano conto tra l’altro dei seguenti elementi:
  1. le modalità per stabilire la stabile e buona occupazione;
  2. gli strumenti di qualificazione organizzativa del lavoro;
  3. la conoscenza degli specifici problemi del territorio e delle risorse sociali delle comunità;
  4. il rispetto del costo dal lavoro come definito dalla Tabelle predisposte dal Ministero del Lavoro;
  5. costituzione di un tavolo permanente tra le parti firmatarie del presente protocollo e le Istituzioni Pubbliche (Regione Veneto, ANCI) da convocare almeno una volta l’anno ed ogni qualvolta vi sia necessità.
  1. il prezzo non deve essere il fattore preponderante ai fini dell’aggiudicazione: è necessario pertanto applicare quanto previsto dalla suddetta normativa, dando disposizione agli enti pubblici in tal senso. E’ necessario farsi promotori di nuove norme, modalità e criteri atti a contrastare possibili discrezionalità e parzialità nell’affidamento e/o aggiudicazione dei servizi.
  2. deve essere previsto l’obbligo, in sede di affidamento di osservare le disposizioni di cui alla legge 3 aprile 2001, n. 142 e successive modificazioni e integrazioni fatta salva l’integrale applicazione – nei confronti di tutti i lavoratori operanti nei servizi e nelle strutture, ivi compresi i soci lavoratori di Cooperative sociali – delle clausole dei contratti collettivi di lavoro nazionali e degli accordi regionali, territoriali e aziendali di riferimento sia per la parte economica e sia per la parte normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e di quella relativa alla previdenza e assistenza;
  3. nell’affidamento di servizi, ivi compresi i servizi diversi da quello a carattere socio-sanitario, le opere o gli acquisti di beni, finalizzati all’inserimento lavorativo di soggetti disabili e svantaggiati, si procede con le modalità precisate dalla Determina n. 3/2012 dell’Autorità di vigilanza sui contratti Pubblici, rubricata “Linee guida su affidamento a cooperative sociali di tipo “B” per importi inferiori alle soglie comunitarie;
  4. Si ritiene necessaria l’applicazione della previsione contenuta nella norma 4 dell’art. 5 della legge 381/91, che introduce nell’ordinamento italiano la facoltà per gli enti pubblici di inserire nei bandi di gara e nei capitolati d’onere fra le condizioni di esecuzione, l’obbligo di eseguire il contratto con l’impiego di persone svantaggiate e con l’adozione di specifici programmi di recupero e inserimento lavorativo;
  5. E’ necessario rafforzare l’introduzione nei bandi di gara delle clausole sociali, come previsto dal Codice degli Appalti, art. 2.

Le parti assumono l’impegno di estendere il confronto ed il contenuto del presente protocollo ai soggetti pubblici quali la Regione e l’ANCI, direttamente coinvolti nella gestione degli appalti (UU.LL.SS., Aziende Ospedaliere, IPAB) dei servizi socio-sanitari-assistenziali-educativi, delle regole e dei controlli ad essi spettanti;

Le parti sottoscrittrici il presente protocollo si impegnano a definire iniziative congiunte a livello regionale e a livello territoriale per sostenere l’attuazione di quanto qui condiviso.

Le parti si impegnano attraverso il Comitato Misto Paritetico Regionale e i rispettivi CMPP a raccogliere informazioni relative a capitolati di gara predisposti dalle stazioni appaltanti ed alle offerte presentate dalla imprese, a discuterne la congruità e le possibili anomalie rispetto alle Tabelle del Costo del Lavoro predisposte dal Ministero del Lavoro e ad organizzare possibili iniziative di contrasto (lettere alle stazioni appaltanti, agli organi di stampa, conferenze stampa, etc.) a forme di aggiudicazione che mettono in grande difficoltà le cooperative rispettose del CCNL.

Il presente protocollo indica prospettive comuni di lavoro dal realizzare sul fronte culturale e politico per riaffermare il valore della solidarietà. Dell’eguaglianza e della coesione sociale e contribuire a rilanciare un modello che sappia coniugare le politiche di welfare e le politiche di sviluppo.

Published by
Valerio Roberto Cavallucci