Godere di un buon sonno è un fatto legato principalmente alla salute, né più né meno come mangiare e bere. Un bisogno fondamentale che, se non adeguatamente soddisfatto, può generare problemi fino ad arrivare a conseguenze serie per il nostro organismo.
In occasione di oggi, che è la Giornata mondiale del sonno, istituita nel 2008 dalla World association of sleep medicine, cogliamo l’occasione per parlare di un argomento troppo sottovalutato. Eppure, mediamente, ogni essere umano trascorre un terzo della sua vita a dormire, un’attività indispensabile per il nostro cervello che attraverso l’attività onirica si rigenera e si reintegra, facilita la regolazione del metabolismo ed è strettamente legata ai processi della memoria.
Non dormire, o dormire troppo poco oppure, ancora, dormire male, significa compromettere la salute con ricadute negative che possono innescare gravi problemi di ansia, stress eccessivo, alterazioni del metabolismo, altri effetti negativi costantemente in fase di studio.
I disturbi del sonno sono molto diffusi, alcuni talmente invalidanti da condizionare la qualità della vita. Studi autorevoli calcolano che circa il 45% della popolazione mondiale soffre di problemi in tal senso, mentre in Italia 1 persona su 5 riposa male e 1 su 15 soffre di insonnia cronica. Al pari di qualsiasi altro disturbo o malattia, l’insonnia va curata evitando soluzioni fai da te e rivolgendosi ai professionisti del settore. Il semplice medico di base è in grado di fornire indicazioni precise a seconda del disturbo e saprà indicare al paziente il professionista al quale rivolgersi. Negli Stati Uniti esistono da tempo cliniche che si occupano dei disturbi del sonno, ma ce ne sono anche in Italia. Purtroppo risulta però che meno di un terzo degli insonni si rivolge a un professionista.
Con il risultato che, soprattutto per quanto concerne l’insonnia cronica, si va a degenerare in un circolo vizioso che rende il nostro corpo più fragile, con un abbassamento delle difese immunitarie, una predisposizione più alta ad ammalarsi di depressione e nevrosi di vario genere.
Le ricadute negative riguardano anche l’economia: negli Stati Uniti i costi annuali dell’insonnia sarebbero compresi in una cifra che oscilla tra i 90 e i 100 miliardi di dollari. Rivolgersi precocemente a un professionista si risolve prima il problema e si evitano spese tanto onerose. Dormire poco, com’è ovvio, influenza le prestazioni lavorative, sportive, relazionali. Va pertanto considerato anche l’aspetto negativo in termini di socialità e interazione.
L’insonnia, logicamente, aumenta il pericolo degli incidenti stradali, casalinghi, lavorativi e non. Approfittiamo dunque di questa Giornata dedicata al sonno per invitare chi sa di avere un brutto rapporto con il proprio letto a intervenire rivolgendosi al proprio medico di famiglia.