Malaccoglienza

Il 25 febbraio a Roma presso la Federazione Nazionale della Stampa è stato presentato Accogliere: la vera emergenza. Rapporto di monitoraggio della campagna LasciateCIEntrare su accoglienza, detenzione amministrativa e rimpatri forzati.

La Campagna LasciateCIEntrare è stata promossa nel 2011 dalla Federazione nazionale della stampa, dall’Ordine dei giornalisti e da alcuni attivisti dei diritti umani per contrastare la circolare 1305/2011 emanata dal Ministro dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) e nei C.A.R.A. (Centri di accoglienza per richiedenti asilo). Quella battaglia ha raggiunto l’obiettivo dell’abrogazione della circolare. Da allora LasciateCIEntrare “si batte per la chiusura dei CIE, l’abolizione della detenzione amministrativa e la revisione delle politiche sull’immigrazione”.

Nell’appello presentato nel novembre 2012 LasciateCIEntrare ricordava come i centri di detenzione amministrativa siano stati introdotti dalla legge Turco-Napolitano con la denominazione di CPTA – Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza prevedendo un periodo di trattenimento di non più di 30 giorni, successivamente allungato dapprima a 60 giorni (L. 189/2002 cd. Bossi-Fini), poi a 180 giorni (L.125/2008) per giungere sino a 18 mesi (D.L.89/2011).

La Campagna ha sistematicamente denunciato le criticità riscontrate nella permanenza dei migranti nei CIE: violazione del diritto alla salute, mancato accesso alle informazioni, difficoltà di comunicazione con l’esterno, assenza di tutela legale, frequenti abusi e maltrattamenti, violazione del diritto di informazione e di cronaca, trattenimenti illegittimi e illegali, massiccia presenza nei centri di persone provenienti dal circuito penale, alto costo di gestione dei CIE, scarsa trasparenza delle convenzioni stipulate con gli enti gestori.

Sulla base di queste denunce la Campagna LasciateCIEntrare ha chiesto la chiusura di tutti i CIE d’Italia. L’obiettivo non è stato ancora raggiunto ma “grazie anche alla continua pressione della campagna, da fine 2014 i tempi di trattenimento nei CIE sono passati da 18 a 3 mesi, ed i CIE attualmente operativi sono 7 al posto dei 13 del 2011”.

Il nuovo Rapporto Accogliere: la vera emergenza ha preso in esame la situazione dei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione), dei CARA (Centri di accoglienza per richiedenti asilo), dei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), degli Hotspot (Centri di identificazione dei migranti), dei centri per minori stranieri non accompagnati, delle strutture SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). La conclusione, purtroppo, è che “il sistema accoglienza in Italia non funziona, è fonte di business, è pensato in maniera tale da non produrre inclusione sociale e mantiene gli ospiti, soprattutto i più vulnerabili, in condizioni di non raggiungere una propria autonomia.

Secondo gli analisti di LasciateCIEntrare il sistema “va ripensato in maniera strutturale, nella definizione dei percorsi, degli standard minimi da garantire ai richiedenti asilo, della definizione degli spazi di accoglienza, dei rapporti fra istituzioni ed enti gestori”.

Anche sul piano della trasparenza e della gestione degli appalti e dei servizi molto resta da fare per superare resistenze, opacità, talora veri e propri abusi.

Il Rapporto si articola in una serie di riflessioni introduttive e una dettagliata descrizione della nostra “malaccoglienza”, resa attraverso i racconti delle visite effettuate nelle diverse strutture deputate alla permanenza dei migranti. Una lettura da non perdere! Di seguito ci limitiamo a proporre un breve testo di Gabrielle Guido che illustra le ragioni del Rapporto e l’impegno assunto dal Coordinamento della Campagna LasciateCIEntrare per il 2016.

PERCHÈ QUESTO RAPPORTO di Gabriella Guido

Perché esiste un “nuovo fronte”. Perché ci siamo resi conto sul campo che tutto è ancora troppo “discrezionale” e perché chi dovrebbe vigilare, evidentemente, non lo fa.
Perché la politica è al lavoro su altri temi, temi evidentemente più “urgenti”, o è colpevolmente distratta, o è indifferente a quanto sta accadendo e dunque il compito ed il “lavoro” della società civile è ancora più necessario, indispensabile ed urgente.
Ragioni che spingono cittadini e associazioni a fare un lavoro di monitoraggio, di denuncia, di presidio di un territorio e di un sistema che da oltre vent’anni non fa che produrre profitti e danni a soggetti vulnerabili.
Sotto la parola “accoglienza” si scopre in Italia un mondo che ha poco a che fare con i diritti umani, mentre ha molto a che fare con l’illecito, con il business dell’immigrazione, con truffe, frodi e peculato.
Certo, non possiamo né vogliamo generalizzare, ma a nostro avviso il sistema accoglienza in Italia non funziona, è fronte di business, è pensato in maniera tale da non produrre inclusione sociale e mantiene gli ospiti, soprattutto i più vulnerabili, in condizioni di non raggiungere una propria autonomia.
Un sistema che a nostro avviso va ripensato in maniera strutturale, nella definizione dei percorsi, degli standard minimi da garantire ai richiedenti asilo, della definizione degli spazi di accoglienza, dei rapporti fra istituzioni ed enti gestori.
Non pensiamo non ci siano anche virtuosi sporadici esempi di come le cose, volendo, possano davvero funzionare. Il quadro che abbiamo evidenziato, in questo anno di attività è senza dubbio parziale e al tempo stesso estremamente grave.
Cominciamo dunque da qui, dal chiedere ed ottenere trasparenza, legalità, ed una dignitosa assistenza ai migranti nel nostro paese. A chiedere leggi che non siano discriminanti, a chiedere che nessuno faccia impunemente affari sulla pelle di soggetti vulnerabili, ad ottenere il rispetto dei diritti umani, sempre, ovunque, per chiunque.

Le relazioni delle visite effettuate sono state scritte per essere di volta in volta inviate come segnalazioni alle Prefetture, agli organi di competenza, alla Commissione di Inchiesta sui CIE, CARA e Centri per Migranti, e come documentazione interna. Solo in una fase successiva, e grazie all’importanza del lavoro svolto, abbiamo deciso di renderli pubblici.
Alcune visite sono state effettuate insieme a parlamentari, è stato quindi più facile l’accesso alle informazioni sul centro. In altri casi le visite sono state effettuate solo dagli attivisti, con evidenti difficoltà nell’ottenere informazioni dall’ente gestore.
Questo spiega anche la non omogeneità formale dei vari report.

2016 – CI SAREMO
Care lettrici e lettori, giornalisti, attivisti, persone sensibili nelle istituzioni locali, nazionali ed europee.
La Campagna LasciateCIEntrare ha già ricominciato a visitare i centri di accoglienza e di detenzione amministrativa per migranti, a monitorare i luoghi di sbarco, gli hotspots, le strutture che via via aprono, spesso con nomi diversi, sovente nati per decisioni mai comunicate al parlamento. Intendiamo continuare a farlo, considerando la trasparenza il miglior antidoto contro le tante inefficienze che abbiamo riscontrato nel rapporto che avete letto.
Vorremmo che il prossimo nostro rapporto fosse molto diverso.
Vorremmo poter parlare di esperienze di accoglienza riuscita, di modalità di condivisione del territorio che permettano a chi arriva in fuga da guerre, crisi economiche o devastazioni ambientali o per qualsiasi altra ragione, di veder realizzato un proprio futuro. Vorremmo poter raccontare di uomini e donne che, grazie alla loro tenacia e alla sensibilità di chi accoglie, sono diventate persone in grado non solo di provvedere a se stesse ma di contribuire socialmente, economicamente, culturalmente alla crescita del territorio che li ospita.
Vorremmo veder sparire i casi di malaccoglienza, di misero business della solidarietà che hanno caratterizzato l’anno passato. Vorremmo non vedere più centri di detenzione, li vorremmo sapere cancellati dal nostro ordinamento a costituire triste memoria di un periodo in cui le leggi erano sbagliate e producevano danni, sofferenze, morte e rabbia.
Ma siamo realisti. Sappiamo che difficilmente si saprà rispondere in maniera intelligente e adeguata alla sfida che ci si presenta. Sappiamo che ci sarebbero le risorse per cambiare l’esistente e per produrre anche significativi cambiamenti culturali in questa società italiana che si è ormai imbarbarita e incattivita.
Ma vediamo che il coraggio e la determinazione necessari albergano per ora solo in importanti settori della società civile, che in questi anni abbiamo avuto il privilegio di incontrare e che ha preferito pensare al futuro piuttosto che a difendere un falso benessere del presente.
Con queste persone, che sono tante, più di quanto si pensi, vogliamo lavorare meglio e in maniera più continuativa, vogliamo condividere speranze e utopie, con queste persone vogliamo rompere il maledetto e falso dualismo “noi” “loro” che costruisce muri più alti di quelli che la Fortezza Europa continua ad erigere, dimostrando il fallimento dei propri ideali originari.
Ci incontreremo quest’anno, dove ci sarà da fare e da intervenire, nell’emergenza dei destini messi a rischio, nella quotidianità delle esclusioni, nella forza di riscatto che tante donne e tanti uomini giunti in Italia ci stanno dando.

Coordinamento Campagna LasciateCIEntrare

Published by
Valerio Roberto Cavallucci