MarioWay: hai mai immaginato il futuro?

Il 28 settembre abbiamo dato notizia degli esiti della terza edizione del Social Innovation Tournament, iniziativa promossa dalla Bei (European Investment Bank), con il sostegno della Fondazione Cariplo. Sono stati assegnati 4 premi. Il primo è andato a “Koiki”, un’impresa spagnola che rivoluziona le modalità di consegna di pacchi a domicilio permettendo ai clienti di stabilire gli orari preferiti grazie all’ausilio di persone affette da disabilità. Il secondo è stato assegnato all’impresa albanese “Design by Pana” per la produzione di mobili attraverso l’utilizzo di legno di recupero e materiali di scarto. Il terzo e il quarto premio ex aequo, per la categoria premio speciale, sono stati conferiti ai progetti “Blitab” e “Marioway”. Nel primo caso si tratta di un tablet tattile, ideato da una start up austriaca, che permette ai non vedenti di leggere e scrivere, mentre nel secondo di un’innovativa sedia a rotelle elettrica verticalizzata autobilanciata a due ruote che non richiede l’utilizzo delle mani e che è stata pensata per le persone paraplegiche.

Oggi vorremmo richiamare la vostra attenzione proprio su quest’ultimo progetto suggerendovi un’attenta analisi dei contenuti del sito www.marioway.it. Per invogliarvi alla lettura ci siamo permessi di riportare integralmente quanto troverete nella sezione “L’idea”, in una pagina dal titolo quanto mai evocativo “Hai mai immaginato il futuro?”

Nasce Marioway. Marioway è un progetto nato diversi anni fa. E’ stato generato dal cuore e dalla mente di Mario Vigentini, un educatore sociale che in Lombardia lavora a contatto con persone disabili da circa 20 anni. Dall’esperienza del suo lavoro Mario comprende quanto la disabilità sia un problema prevalentemente per le “persone affette da normalità”! Si rende sempre più conto di come nell’immaginario collettivo una persona in carrozzina venga considerata di serie B., non persone affette da disabilità, ma disabili… E la persona?

Gli uomini hanno trasformato mezzi di locomozione, come la carrozza trainata da cavalli, in oggetti emozionali, le attuali autovetture e motociclette. Nello stesso lasso di tempo però, gli stessi uomini non hanno trasformato e modernizzato una semplice carrozzina per disabili, identica a se stessa dagli inizi del ’900! Per questo è nato MarioWay, per rivoluzionare una cultura. Vero strumento di integrazione, il primo ausilio per persone con paraplegia ammirato e desiderato dai “normodotati”! Mario ha un’intuizione geniale e si rivolge per la realizzazione del prototipo ad artisti artigiani riconosciuti a livello internazionale: Abnormalcycles, campioni mondiali. Una scelta anticonformista e visionaria. Mario vuole a tutti i costi trasformare un ausilio sanitario in un oggetto emozionale! Di culto! Desiderato e ammirato! Gli amici di Abnormalcycles accettano. Essi coinvolgono Massimo Ghidelli, geniale inventore, il quale fornisce la base sulla quale prende forma il design! Inizia un lavoro fatto con il cuore, con classe e infinita passione. Questo lavoro creativo e innovativo, dalla forte valenza e impatto sociale, si fonda su un codice etico condiviso.

MarioWay:

  1. agisce responsabilmente per il bene delle persone, delle comunità e dell’intero pianeta;
  2. considera il lavoro per l’uomo. Il lavoro come strumento per creare e promuovere benessere nella dimensione bio-psico-sociale. Il lavoro per elevare la dignità umana;
  3. è “sistemico”: si relaziona continuamente con il mondo, determina influenze reciproche e genera interdipendenza. La qualità delle relazioni crea un circolo virtuoso;
  4. è “open source”: fondato sulla volontà di costruire e progettare insieme, fra gli ideatori, i finanziatori, i fornitori, le persone con paraplegia;
  5. crede in una ricchezza equa, dove i benefici sono per tutti e per il pianeta. Il profitto si consegue senza danno od offesa per alcuno, nel rispetto dell’ambiente e di ogni essere vivente;
  6. è passione per ciò che fa, crede nelle persone, nel prodotto, nei servizi che offre, nella qualità delle relazioni che si instaurano fra e con i “clienti”;
  7. supera la “vecchia” concezione di clienti per quella di soci, quella di utenti per quella di stakeholders;
  8. destina parte dei ricavi al bene comune e reinveste per migliorare la vita;
  9. lavora in partnership con organizzazioni non-profit, per sfruttare pienamente il potenziale di cambiamento verso un capitalismo più cosciente e sostenibile.

Published by
Valerio Roberto Cavallucci