Immaginatevi una scuola dove non esistono aule, né classi, né carta, ma invece è tutto aperto, luminoso e digitale. Questo è il liceo Ørestad Gymnasium di Copenhagen (Danimarca).
Realizzato dallo studio 3XN, l’edificio che ospita questo liceo pubblico rappresenta una vera e propria rivoluzione architettonica del fare didattica. Si tratta di un’unica, gigantesca classe di vetro, che non a caso è stata definita “la scuola nel cubo”. Essa si sviluppa su cinque livelli e si estende per una superficie totale di 12.000 metri quadri e, benchè originariamente pensata per 715 studenti, ne ospita attualmente circa 1150.
In questa struttura si ha la sensazione di non essere a scuola in quanto non ci sono libri perchè è tutto computerizzato, informatizzato, digitale. Ci sono invece maxi cuscini dai colori fluo, pc portili, pareti e arredi mobili, una mensa al piano terra che è piuttosto uno spazio informale di incontro, e infine una palestra che è pensata per prestarsi a ricoprire il ruolo di area multifunzionale. L’idea, infatti, nasce con lo scopo di incoraggiare gli alunni a condividere il sapere, a essere più flessibili e a fare problem solving di gruppo.
«Una scuola», afferma il preside, Allan Kjær Andersen, «in connessione col mondo che c’è di fuori».
Andando al cuore dell’edificio, vi è una grande scala elicoidale interna, elemento di collegamento per i quattro livelli superiori che gli studenti frequentano anche come luogo di incontro come se fosse una piazza. E’ proprio qui che risiede la natura della struttura in cui la dimensione civica prevale su quella scolastica e addirittura va oltre la convenzionale didattica.
Un grande esempio quello del liceo Ørestad Gymnasium di Copenhagen che preannuncia come saranno le scuole italiane del futuro.