McDonald’s ha annunciato nei giorni scorsi il proposito di ridurre di 150 milioni di tonnellate le sue emissioni di gas serra, perseguendo due obiettivi entro il 2030: ridurre del 36% le emissioni della sua rete di ristoranti e uffici e del 31% le emissioni della catena di distribuzione.
Questo doppio obiettivo è stato approvato dal Science Based Target initiative (SBTi) – una partnership tra l’Istituto Mondiale di Ricerca, Wwf, Cdp (Carbon disclosure Project) e il Patto Globale delle Nazioni Unite – che aiuta le varie aziende a determinare di quanto devono ridurre le emissioni in proporzione alle dimensioni dell’azienda stessa.
Ricordiamo, se necessario, che i gas serra sono diversi tra loro, ma l’effetto è quello deleterio che tutti conosciamo. In particolare citiamo: vapore acqueo (H2O), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O), metano (CH4) ed esafluoruro di zolfo (SF6).
Spiega intanto Steve Easterbrook, presidente e CEO di McDonald’s: «Per raggiungere questi obiettivi lavoreremo con i nostri fornitori per un approvvigionamento responsabile, promuoveremo le fonti rinnovabili e un uso più efficiente dell’energia, ridurremo i rifiuti e implementeremo il riciclaggio».
Quindi, per raggiungere l’obiettivo, McDonald’s interverrà lungo la catena di distribuzione, uffici e ristoranti introducendo miglioramenti come luci a Led, strumenti ad alta efficienza nelle cucine, confezionamento con carta riciclata o certificata, raccolta differenziata nei ristoranti e supportando pratiche agricole sostenibili.
Non solo: collaborando con migliaia di fornitori e produttori McDonald’s lavorerà in modo prioritario sulla propria “carbon footprint” (impronta di carbonio), e quindi sulla produzione e fornitura di carne bovina (allevamenti intensivi), sull’utilizzo di energia nelle sue strutture e sulla produzione dei rifiuti.
Aggiunge Carter Roberts, presidente di Wwf Usa: «L’impatto di McDonald’s è su scala globale e questo annuncio è particolarmente importante perché impegna una delle aziende più grandi del mondo a ridurre scientificamente, lungo tutta la sua catena e in maniera significativa le proprie emissioni».