In un evento svoltosi a Washington D.C. l’organizzazione italiana di Medici con l’Africa Cuamm (qui il sito) ha presentato il progetto “cuscini per il parto” come strumento innovativo utilizzato per convincere le donne della regione Karamoja – nel nord dell’Uganda – a partorire in ospedale o centri attrezzati per la salute.
In sostanza, il problema osservato dai medici dell’organizzazione era che le donne ugandesi preferivano partorire in casa e senza assistenza anziché recarsi in ospedale; il motivo principale era che nelle strutture sanitarie erano costrette a partorire sdraiate in una posizione che non solo non era comoda, ma era in contrasto con le loro tradizioni. L’attenta lettura dei Medici con l’Africa dei bisogni della popolazione e delle donne, insieme con il personale locale, ha fatto sì che si sia trovata la soluzione producendo un prototipo di cuscini per il parto su cui le donne possono partorire in posizione accucciata, assistite da personale sanitario idoneo come ostetriche, infermiere e medici, il tutto in linea con gli usi locali e con le tradizioni.
Il progetto ha riscosso un grande successo e i cuscini per il parto sono stati perfezionati e distribuiti in oltre 80 centri di salute nella regione e da circa 11.000 parti assistiti in strutture si è passati a quasi 26.000, con una copertura che dal 18% è salita fino al 52%.
Dal momento però che i cuscini per il parto rappresentano una vera e propria innovazione low tech a basso impatto economico e il loro uso sarà diffuso e sviluppato nel mondo grazie all’evento di Washington promosso da Usaid “Saving Lives at Birth:a Grand Challenge for Development”.
Facciamo rilevare che il progetto dei cuscini per il parto è in linea con il programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni” che Medici con l’Africa ha perfezionato per garantire un parto sicuro e la cura del neonato in Africa con 4 ospedali, 22 centri di salute periferici e il coinvolgimento di 1.300.000 abitanti.
Altrettanto va ricordato che l’Organizzazione è attiva in sette Paesi dell’Africa sub-sahariana: Angola, Uganda, Mozambico, Etiopia, Sierra Leone, Tanzania, Sud Sudan con progetti diversi tra loro ma che sono in ogni caso di assistenza sanitaria a lungo termine in un’ottica di inclusione sociale, dal momento che vengono coinvolte soprattutto le fasce più deboli della popolazione.
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