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Meno tasse per chi ripara invece di acquistare, la proposta della Svezia

La Svezia, sul fronte ambientale, nel tempo ha spesso riservato esempi di buone prassi e iniziative mirate a prendere sul serio il grave problema rappresentato dallo stato di salute del nostro Pianeta. Non solo: è uno dei Paesi che sembra aver recepito meglio degli altri il senso e l’importanza dell’economia circolare.

L’ultima proposta arriva dal Ministero delle Finanze ed è la seguente: ridurre le tasse ai cittadini che sceglieranno di riparare gli elettrodomestici invece che comprarne di nuovi. Ma vediamo più da vicino i vantaggi che si otterrebbero qualora la proposta dovesse divenire Legge: in primo luogo è evidente la ricaduta positiva in termini di emissioni di CO2 perché se ad esempio farò riparare il mio frigorifero anziché sostituirlo, esso non dovrà essere smaltito e contribuirò a limitare emissioni nocive potendo inoltre godere delle deduzioni fiscali.

Per quanto riguarda l’Iva, stando alla proposta che secondo il piano presentato dovrebbe entrare nel bilancio del Governo entro il 2017, potrebbe addirittura risultare quasi dimezzata: dal 25% al 12% per tutte le riparazioni di biciclette, tessuti e oggetti di varia natura. Una riduzione di imposta sul valore aggiunto da non confondersi con le deduzioni fiscali degli elettrodomestici. Come spiega Per Bolund, ministro delle Finanze, «questa pratica è in grado di abbassare notevolmente i costi e rendere più razionale la scelta di riparare la merce». La volontà di rendere effettiva questa proposta, d’altronde, non è casuale ma figlia di una ricerca sui dati forniti dal Governo di Stoccolma: nel 2015 sono stati recuperati circa 60.000 tonnellate di congelatori, frigoriferi e altri elettrodomestici, un dato che equivale a circa 6 chilogrammi per abitante. Bene, i nuovi incentivi mirano a ridurre la quantità degli apparecchi destinati alla discarica. Questo significa applicare correttamente il principio di economia circolare, entro i cui sistemi, i prodotti mantengono il loro valore il più a lungo possibile, sicché anche quando il prodotto esausto avrà raggiunto la fine del ciclo di vita, potrà contribuire a mantenere le risorse dentro il sistema economico, attraverso il riutilizzo con finalità produttive generanti un valore nuovo. Che poi è, in sintesi, quanto dice l’Ue sull’economia circolare.

Il ministro Blund è convinto che in Svezia stia avvenendo un cambiamento positivo in tal senso, con sempre più cittadini in grado di recepire i vantaggi di far durare più a lungo le cose, diventando così i primi attori dei cicli virtuosi dell’economia circolare.

 

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Redazione