Luigi Santucci, noto scrittore e narratore milanese della seconda metà del Novecento, in un suo libro ha scritto: «Date ai vostri bambini l’infanzia più bella possibile, più favolosa possibile».
Fa riflettere questa frase perché ognuno di noi, che sia padre o madre o educatore o la società tutta, dovrebbe adoperarsi e impegnarsi per garantire ai bambini non solo uno sviluppo “sano” ma soprattutto un’infanzia felice perché i bambini sono la vita che si rinnova, perché i bambini saranno il nostro futuro.
Certo non esiste una formula magica che ci permetta di essere certi che i nostri bambini si trasformeranno in adulti felici, tuttavia si possono stabilire basi dalle quali partire per garantire una buona formazione e dei valori, una buona comunicazione per ottenere la loro fiducia, giorno dopo giorno.
E invece?
Invece c’è chi non ha a cuore la felicità e lo sviluppo sano di questi esseri fragili e indifesi e usa:«Sberle, strattoni e trascinamenti per terra, ma anche urla, punizioni spropositate e umiliazioni» come riferisce l’articolo dell’Ansa di alcuni giorni fa su quelle tre maestre d’asilo di Vercelli che sono state arrestate dalla polizia perché accusate di maltrattamenti nei confronti di bambini fra i tre e i cinque anni. «L’operazione ‘Tutti giù per terra!’, come è stata battezzata, è iniziata lo scorso maggio con la denuncia di una madre. Le telecamere installate nella scuola, su autorizzazione della Procura, hanno riscontrato 52 episodi di maltrattamenti. Le maestre si trovano ora ai domiciliari».
Purtroppo, secondo i racconti delle cronache, negli ultimi 7 anni sono innumerevoli i casi di presunti maltrattamenti in asili nido o scuole d’infanzia: bambini costretti a mangiare il proprio vomito, lasciati al buio o al freddo, presi a gomitate, minacciati. Eppure, nonostante tutte le denunce inoltrate, questo orribile fenomeno sembra non arrestarsi.
«Ogni anno si verificano almeno dieci casi, anche di più», dice a ilfattoquotidiano.it Pietro Forno, procuratore di Milano facente funzione. Dal Bilancio sociale dell’anno giudiziario 2013-2014 del Tribunale di Milano, risultano aperti 74 fascicoli per presunti maltrattamenti commessi da educatori, insegnanti e operatori sociali. Erano stati 71 nell’anno precedente. Nel corso delle indagini vengono spesso utilizzate le intercettazioni ambientali e le riprese audiovisive. «Non solo offrono importanti elementi investigativi, ma sono fondamentali in sede di processo», sottolinea Forno, «dove la parola dei bambini può non essere sufficiente, specie se molto piccoli».
E, intanto, le storie non cessano:
APRILE – GIUGNO 2017: arresti domiciliari a carico di quattro insegnanti di una scuola primaria nel foggiano, ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di maltrattamento di minori all’interno di un istituto di formazione; un’insegnante di scuola dell’infanzia, di 61 anni, viene arrestata da agenti del commissariato di Manfredonia, in provincia di Foggia, per maltrattamenti ai danni degli alunni. Secondo l’accusa la donna, finita ai domiciliari, strattonava i bambini irrequieti o che sbagliavano in qualche compito oppure li schiaffeggiava.
4 OTTOBRE 2016: due maestre vengono sospese per maltrattamenti su alunni di una scuola di Borgorose, in provincia di Rieti. Dalle indagini, scaturite dalle denunce fatte da alcuni genitori a seguito di confidenze ricevute dai figli, grazie anche alle telecamere nascoste nell’aula, emerge un quadro di schiaffi, spintoni, offese, umiliazioni (“fai pena”, “non capisci niente”), minacce (“ti appiccico al muro”) e derisioni in pubblico come nel caso di un bimbo con i piedi piatti.
1 AGOSTO 2016: il titolare e la coordinatrice di un asilo nido nel quartiere Bicocca a Milano, rispettivamente di 35 e 34 anni, entrambi incensurati, sono arrestati in flagranza di reato per aver maltrattato alcuni bambini con insulti, schiaffi e spintoni. Secondo le accuse alcuni bambini sarebbero stati anche legati con cinghie alle sedie e rinchiusi in stanzini al buio. In un caso, su un bimbo di 2 anni, è stato accertato in ospedale un morso umano.
1 FEBBRAIO 2016: educatrice 58enne di Pavullo della provincia di Pisa, che adesso si trova agli arresti domiciliari come disposto dal gip Giuseppe Laghezza, ha usato maltrattamenti su nove bambini da 1 a tre anni (rincoglionito, oggi ti faccio del male, sciocco stai zitto, ti metto fuori al freddo, sei duro come il muro, a te oggi niente frutto, levati di torno, boia! Vai a piangere in bagno con te non ci parlo). Ma oltre alle parole c’erano le botte. Per questo i carabinieri del Nucleo investigativo del capoluogo toscano hanno arrestato la donna, per “drammatiche sequenze di violenze e delle minacce” inferte alle vittime, filmate e riprese da telecamere, e microspie, installate nel nido.
DICEMBRE 2009: Pistoia, due maestre in manette che lavorano in un asilo nido privato Cip e Ciop. Bambini picchiati, chiusi nel bagno al buio per ore, fuori dalle aule al freddo, costretti a stare immobili e in silenzio. Con l’accusa di maltrattamenti, la titolare dell’asilo, Anna Laura Scuderi, 41 anni, e una giovane maestra, Elena Pesce, 28 anni, sono state arrestate causa l’ultimo episodio ripreso dalle telecamere nascoste.
Tutti episodi orrendi, vergognosi ma che spesso restano nel silenzio perché da un lato il personale scolastico, che ha il dovere di denunciare alla polizia questi terribili avvenimenti, non lo fa per timore di ritorsione, di perdere il lavoro, di sollevare il polverone mediatico.
Dall’altro ci sono genitori che invece non fanno alcun esposto per una sorta di ritrosia psicologia a esporsi, a essere additati. Oppure sono completamente ignari, e senza volerlo si rendono complici inconsapevoli. Quando poi trovano il coraggio di parlare, sono soprattutto le madri ad esporsi per prime, ma ormai restano conseguenze pesantissime sui bambini.
Infatti se colpiti in età prescolare da queste vessazioni, i bambini hanno un cambiamento repentino: smettono di mangiare, non riescono a dormire, si incupiscono, non giocano. Cambiano persino i lineamenti. Ma questi sono solo alcuni dei “segnali” di disagio: da una forte reattività, si può passare a una eccessiva sottomissione. Quando il disagio è forte si potrebbero manifestare segnali emozionali come lamenti continui, sensi di colpa, ansia; o psichici (fobie, incubi, malinconia, isolamento, aggressività, enuresi).
E chiaramente, non conoscendo il modo verbale per parlarci di lui, il bambino piccolo potrà entrare in relazione “disegnando“: a seconda dei tratti colorati sul foglio ci potrebbero indicare irrequietezza, bisogno di attenzione; o potrebbero disegnare mostri, sangue, o utilizzare colori cupi che manifestano tensione e paura.
Cosa fare? Secondo le associazioni in difesa dell’infanzia, in Italia si fa troppo poco per prevenire gli abusi. In molti nidi e materne non ci sono controlli sulla ‘tenuta emotiva’ dei docenti, richiesta avanzata anche dal presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, Antonio Marziale. Quando si arriva a condannare un educatore, l’interdizione dai pubblici uffici è a discrezione del giudice. Poi molte scuole ignorano l’esistenza di una circolare ministeriale 72 del 19 dicembre 2006, che permette di sospendere le maestre indagate. O, ancora, a seguito di 12 proposte di legge fatte negli anni, è stato stilato un disegno di legge sui sistemi di sorveglianza nelle strutture e sui test periodici di valutazione per insegnanti e operatori. Disegno che è stato bocciato, dopo il sì della camera, lo scorso aprile in quanto “tale possibilità avrebbe una valenza erga omnes, eccessiva, e testimonierebbe il fallimento della scuola, in quanto essa non sarebbe in grado di prevenire e controllare comportamenti inadeguati”.
Cosa dire? Niente altro. Ora “diamo voce ai bambini” perchè dobbiamo difendere e sostenere i loro diritti.