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Minori stranieri trattenuti in modo illegale: Strasburgo chiede spiegazioni all’Italia

È accaduto in Italia: 14 minori provenienti da Bangladesh, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Mali, Senegal, sono stati illegalmente trattenuti nell’Hotspot di Taranto durante il luglio 2017. Sono stati sistemati dentro un’unica tenda insieme a persone adulte, chiusi entro il perimetro delle reti metalliche, controllati dall’Esercito italiano. Non è stato permesso loro di comunicare con l’esterno e non sono stati messi al corrente sulla possibilità di ottenere protezione internazionale da chi di dovere. Per questa ragione gli avvocati Maria Cesarea Angiuli e Dario Belluccio dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, dopo un colloquio al quale ha partecipato anche la parlamentare italiana Annalisa Pannarale. Il 19 gennaio 2018 è arrivata la risposta della CEDU che ha ammesso i ricorsi presentati e ha chiesto al Governo italiano di riferire entro il 14 maggio 2018 sull’imbarazzante situazione.

I legali hanno spiegato: «La richiesta di chiarimenti della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo al Governo italiano è un risultato importante per contrastare la grave mancanza di tutela e il quadro di inquietante assenza di protezione del minore che abbiamo riscontrato nel centro di Taranto; per la rilevanza della fattispecie e per il carattere sistemico delle violazioni riscontrate, le considerazioni riportate nei nostri ricorsi contribuiscono a far luce sul reale funzionamento degli hotspot e sulla considerevole mole di violazioni collegate, senz’altro non circoscrivibili alle vicende qui descritte».

Nei confronti dei 14 minori non accompagnati sono stati violati norme e principi previsti non solo dalla Costituzione italiana, ma anche dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e, per finire, dalla Convenzione europea per i Diritti dell’uomo.

La denuncia più importante riguarda la violazione della libertà personale dal momento che i minori sono stati trattenuti in modo illegittimo negli hotspot, senza avere la possibilità di difendersi e con l’aggravante di non poter comunicare con l’esterno.

Inoltre le condizioni di vita dei ragazzi erano precarie, visto anche il sovraffollamento della tenda e la forzata convivenza con gli adulti. Ma quel che è più grave riguarda la violazione della legge che, vista la loro età, stabilisce determinate forme di accoglienza per tutelarne la libera crescita. È proprio la legge, infatti, a vietare il trattenimento dei minori negli hotspot e non si capisce inoltre come mai non siano stati nominati dei tutori in modo da ricevere un adeguato sostegno sanitario, psicologico, sociale.

Published by
Milena Pennese