Un rapporto diretto tra scuole e arttori del territorio per promuovere e incentivare spazi innovativi per gli studenti. E’ questo il senso di ‘Laboratori Territoriali’, uno dei bandi della Buona Scuola che questa settimana ha visto la selezione di 58 progetti che saranno finanziati.
La graduatoria, pubblicata sul sito del Ministero dell’Istruzione all’interno del pagina dedicata, è la risultante di una selezione che ha visto la presentazione, entro la scadenza, di oltre 500 i progetti. Di questi 151 hanno poi superato il primo step, a febbraio, mentre 58 sono arrivati alla seconda fase della selezione e saranno dunque finanziati.
I Laboratori Territoriali, come indicato anche dal nome, sono laboratori promossi da partenariati innovativi tra scuole e attori del territorio. Si tratta di spazi innovativi in cui gli studenti, ma non solo, potranno sviluppare competenze e avvicinarsi concretamente all’innovazione attraverso la pratica, per migliorare, attraverso specifici percorsi, le proprie condizioni di occupabilità.
Fra le proposte presentate, ristoranti “digitali” nei quali studiare come ottimizzare il servizio utilizzando strumenti innovativi, officine tecnologiche, poli per la robotica e la meccanica aperti agli studenti, ma anche ai giovani NEET, quelli che non studiano né lavorano, per reinserirli in percorsi di formazione. I laboratori saranno operativi entro il prossimo dicembre.
«Con un investimento pubblico di 45 milioni, abbiamo sostenuto la creazione di questi luoghi di connessione tra scuola e territorio, davvero necessari per una scuola aperta», commenta il ministro Stefania Giannini. «La partecipazione al bando è stata elevata e i progetti pervenuti sono stati di altissima qualità, con partnership di rilievo con istituzioni pubbliche e realtà private. Questo è il modello di scuola che vogliamo: alleanze educative e progettuali che innovano la scuola anche per rispondere a esigenze e specificità locali. I laboratori saranno un incubatore di energie del territorio, utili per combattere la dispersione scolastica e la disoccupazione, con un forte orientamento allo sviluppo di conoscenze pratiche e competenze trasversali».