22 luglio 1996 – A Verona muore padre Renato Bresciani, missionario comboniano per il quale il Cristianesimo era soprattutto vivere in difesa degli immigrati, indipendentemente dalla religione praticata da costoro, dalla provenienza, dalla cultura e dall’etnia di appartenenza. Uomo dotato di forte carisma, la biografia ci parla di un personaggio in grado di esercitare tutta la sua influenza sui governi mondiali affinché si occupassero dello sviluppo del proprio Paese a partire dai più deboli. La sua opera si svolge prevalentemente in Sudan, dove è stimatissimo presso i vari organi di governo. In pieno accordo con quello che era – ed è – il motto comboniano “salvare l’Africa con gli africani” era convinto che bisognasse puntare sull’educazione e lo studio di quanti più giovani si potesse, in modo da fornire loro gli strumenti per un futuro libero.
Il capolavoro di padre Renato Bresciani sta tutto nella sua potenza di visione cristiana, là dove nei fenomeni migratori vedeva “la missione che viene a noi” e non solo il contrario. È stato lui il fondatore dell’Associazione Comboniana Studenti Esteri, successivamente trasformatasi in Associazione Comboniana Servizio Migranti (ACSE). Nella sede della nuova realtà vengono ospitati un gran numero di immigrati che presso padre Bresciani trovano rifugio, assistenza, possibilità di studio e di lavoro con l’obiettivo di ritornare in terra natia formati e in grado di contribuire allo sviluppo del Paese.
Non trascurabile è l’influenza che il comboniano esercita sulla formulazione della “legge Martelli” per gli immigrati, come i numerosi aiuti che ottiene dal Vaticano per portare avanti la sua missione.