I videogames appassionano grandi e piccini di ogni angolo del Pianeta e di ogni classe sociale. Un esempio attualissimo ed evidente è rappresentato dalla caccia al Pokemon che ha letteralmente stregato milioni di persone, anche con conseguenze tutt’altro che piacevoli. Ma è proprio unendo la voglia di divertire e intrattenere e quella di promuovere e far avvicinare il grande pubblico all’arte che il Museo archeologico nazionale Mann di Napoli ha ideato una nuovissima e originale iniziativa. Si tratta di un videogame che sarà edito dal blasonato museo partenopeo e che diventerà teatro dello stesso gioco. Il gioco virtuale sarà , infatti, ambientato proprio all’interno del Mann dove i protagonisti virtuali potranno vivere le proprie avventure muovendosi – con estrema attenzione – tra i tesori di Pompei ed Ercolano o la più antica collezione di reperti egizi d’Europa.
L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi durante la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum dal professor Ludovico Solima della Seconda Università di Napoli che ha anticipato come il videogame sarà ambientato proprio tra le sale del Mann e che potrà essere scaricato gratuitamente nel primo trimestre del 2017.
L’iniziativa è stata illustrata con i primi bozzetti del game designer e archeologo Fabio Viola, capo del progetto. La presentazione ufficiale è prevista a novembre e il prodotto dovrebbe essere pronto appunto nei primi mesi dell’anno prossimo. Obiettivo dichiarato del museo napoletano, reso autonomo un anno fa dalla riforma Franceschini e diretto da Paolo Giulierini, è quello di far conoscere sempre di più le sue collezioni avvicinando sempre nuovi pubblici.
Il videogame, prodotto in italiano e in inglese, è solo l’ultima delle iniziative lanciate dalla nuova gestione del museo, che alle più tradizionali mostre e conferenze ha affiancato negli ultimi mesi anche novità destinate a segmenti di pubblico diversificati, come i reading con Erri De Luca o la pubblicazione di avventure a fumetti per incuriosire i più piccoli. I risultati, sottolineano dal museo, già si vedono: in un anno di autonomia i visitatori sono aumentati del 20 per cento.