Il Mibact, Ministero dei beni e delle Attività culturali e del Turismo, ha perfezionato l’acquisto del Museo Richard Ginori della Manifattura Doccia di Sesto Fiorentino, vicino Firenze, nell’ambito di un’operazione molto ampia per un valore di 4 milioni di euro, allo scopo di ricondurre diverse opere in musei italiani grandi e piccoli ma sotto la sua soprintendenza.
Lo ha annunciato il ministro Dario Franceschini specificando l’importanza dell’acquisto in quanto si tratta di manufatti che sono testimonianza diretta di alcune delle primissime opere in ceramica e porcellana europee. Lo stesso ministro ha informato che il costo dell’immobile è stato di 700.000 euro, un prezzo inferiore a quanto stimato in precedenza dall’Agenzia del Demanio e dal Tribunale di Firenze. La transazione è stata resa possibile grazie a una norma del 1973 (art. 28-bis del D.P.R. n. 602) che prevede la possibilità del pagamento di imposte dirette tramite cessione di beni culturali: da mesi infatti esisteva un contenzioso tra la vecchia proprietà e vari creditori e purtroppo il Museo Richard Ginori era stato chiuso.
Giustamente orgoglioso, Dario Franceschini ha affermato: «È un impegno mantenuto, abbiamo lavorato silenziosamente per salvaguardare una collezione eccezionale che è parte fondamentale del patrimonio italiano. Entrerà a pieno titolo nel sistema nazionale dei musei che si occuperà della sua tutela e della sua valorizzazione».
Viene precisato inoltre che entro il 26 marzo 2018 (120 giorni dall’acquisto) verranno ceduti al Ministero anche le collezioni e gli allestimenti museali della Richard Ginori, beni culturali considerati di eccezionale interesse storico-artistico. Il Museo Richard Ginori farà parte a tutti gli effetti del Polo museale della Toscana.
Molto soddisfatto, ovviamente, anche il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi che offre la massima disponibilità per mettere al centro dell’agenda comunale il rilancio del Museo. Ribadisce infatti di auspicare «la creazione di una fondazione di partecipazione: una fondazione mista pubblico- privata con soggetti istituzionali e soggetti del territorio». «Spero – ha dichiarato – che questo possa essere di stimolo verso il governo per continuare a lavorare con ancora più forza alla soluzione per la permanenza e il rilancio della manifattura Ginori a Sesto Fiorentino».