26 novembre 1931 – A Buenos Aires nasce Adolfo Pérez Esquivel, pacifista argentino vincitore del Nobel per la pace nel 1980. Dall’inizio degli anni ’60 comincia la sua collaborazione con diversi gruppi pacifisti, alcuni dei quali sono cristiani latinoamericani.
È un insegnante di architettura ma la sua naturale vocazione nei confronti delle categorie più deboli, povere e oppresse dell’Argentina, lo induce ad abbandonare l’insegnamento per dedicarsi con costanza alla lotta contro l’ingiustizia sociale. Adolfo Pérez Esquivel crede nei principi della resistenza non violenta e li traduce in fatti. L’azione più importante è la stessa che lo conduce tra le grinfie della dittatura argentina di Videla che lo tiene in stato di fermo per 14 mesi consecutivi senza diritto di processo durante i quali l’uomo subisce ogni sorta di tortura.
Cosa aveva fatto Adolfo Pérez Esquivel per meritarsi un trattamento simile? Aveva denunciato – attraverso prove e documenti – i continui abusi e le violenze del regime nei confronti dei cittadini argentini. Videla lo teme, Videla lo riduce al silenzio. A concorrere alla sua liberazione è papa Giovanni XXIII, che direttamente in carcere gli fa arrivare il suo “Memoriale della pace”.
Nel 1995 pubblica il libro Caminando junto al Pueblo, nel quale racconta la sua esperienza.