26 luglio 1875 – A Kesswil (Svizzera) nasce Carl Gustav Jung, psichiatra psicoterapeuta e studioso tra i più influenti della storia. Inizialmente le sue teorie sono molto vicine a quelle di Sigmund Freud, per il quale tutti i disagi di natura psichica nascono da impulsi sessuali, ma se ne allontana molto presto per esporre un pensiero innovativo che non ha nulla a che vedere con la psicoanalisi freudiana. È l’inconscio collettivo, vale a dire una porzione dell’inconscio comune a tutti gli esseri umani, che contiene al suo interno un inconscio individuale e degli archetipi. Questi ultimi consistono in schemi di base universali, innati ed ereditari.
Di conseguenza la vita di una persona è simile a un percorso che Jung chiama individuazione e rappresenta la somma tra la realizzazione del sé personale a confronto con l’inconscio individuale e collettivo. Altro concetto fondamentale dello studioso svizzero è la scoperta di “tipi psicologici” (che è anche il nome di un suo saggio), in cui gli individui vengono classificati in base a determinate tipologie psicologiche che sono il risultato della somma del carattere e dell’adattamento all’ambiente.
A Differenza di Freud, Carl Gustav Jung guarda alla terapia come un metodo che, più che curare, è in grado di favorire lo sviluppo della personalità individuale del paziente, accompagnato dal terapeuta lungo la ricerca del senso simbolico del proprio malessere fino a consentirgli di individuarlo. Per Jung, inoltre, condizione fondamentale è l’esistenza di un dialogo tra terapeuta e paziente, al punto che il terapeuta è implicato nella terapia allo stesso modo di chi ne beneficia. Esattamente il contrario dal distacco emotivo professato da Freud.