26 febbraio 1802 – A Besançon, in Francia, nasce Victor Hugo, caposcuola del Romanticismo francese e autore di indiscussi capolavori come “I miserabili“, “Notre-Dame De Paris“, “L’uomo che ride” e una numerosa serie di drammi, poesie e saggi.
Ma Hugo è stato soprattutto il padre del romanzo storico francese che, attraverso i suoi scritti, si rivolgeva anche a un pubblico dotato di cultura minore. Hugo stesso si definiva membro del “partito degli esclusi“, degli emarginati, di quella parte di popolo vittima della povertà estrema. È la miseria di cui scrive in una delle sue opere maggiori, “I miserabili”, in cui i protagonisti si muovono in una società piagata dalla mancanza di lavoro, dominata dalla delinquenza, dall’assenza di giustizia, dalla precaria condizione femminile e dei bambini.
Victor Hugo può essere tranquillamente definito come uno scrittore socialmente impegnato, che prova a comprendere e ad agire sul suo presente. Famose sono le sue battaglie, attraverso la scrittura, per la libertà di espressione e di stampa, per una scuola laica, per l’abolizione del lavoro minorile a vantaggio di un’istruzione obbligatoria e gratuita.
Sprezzante nei confronti della pena di morte che definiva “segno speciale ed eterno della barbarie”, scrive il romanzo “L’ultimo giorno di un condannato a morte” che è il racconto delle angosce e delle speranze di un omicida poche ore prima di essere giustiziato.
Era il 1800 in Francia, e Hugo già lottava per la difesa di diritti umani per cui ancora oggi in diverse realtà del mondo ci si batte.